McChrystal: “Negoziare con i Talebani ma solo da una posizione di forza”

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McChrystal: “Negoziare con i Talebani ma solo da una posizione di forza”

26 Gennaio 2010

I paesi della Nato impegnati in Afghanistan cominciano a ragionare concretamente sulla “transition strategy” dal conflitto e la Conferenza Internazionale di Londra del prossimo 28 gennaio potrebbe rappresentare una concreta occasione per mettere i primi punti nero su bianco. Secondo quanto riportato in un articolo apparso sabato scorso sul Financial Times circolerebbe già una bozza di agenda in cui si ipotizza che forze di polizia afghane comincino a sostituire quelle della Nato e dell’Isaf (110 mila uomini) a partire dalla fine di quest’anno, per poi assumere gradualmente la responsabilità diretta sulle 34 province afghane dall’inizio del 2011.

La bozza prevederebbe anche l’impegno da parte del governo afghano e dei suoi alleati per migliorare il controllo del paese contrastando la corruzione e stimolando la crescita economica, attraverso una maggiore cooperazione con i paesi confinanti. Tutto questo mentre sono in arrivo i 30 mila nuovi soldati americani inviati da Obama per assestare un colpo definitivo ai talebani prima della exit strategy americana prevista per l’anno prossimo.

Il governo afghano dovrà garantire l’impiego di forze di polizia e dell’esercito sufficienti a rendere più stabile il Paese, mentre i suoi alleati aumenteranno gli sforzi per creare le condizioni per un trasferimento di responsabilità che avvenga nel modo più veloce possibile. Al governo di Karzai viene anche chiesto di aumentare gli sforzi diplomatici per avviare un dialogo con quegli avversari con i quali è possibile, e accettabile, giungere a un accordo. In particolare si fa riferimento a un programma basato su due direttrici: persuadere i combattenti talebani ad abbandonare la lotta armata offrendogli posti di lavoro, dialogare con i leader della insorgenza disponibili a riconoscere la legittimità dello stato afghano e che non si siano compromessi con i terroristi di al-Qaeda.

Molto di ciò che accadrà in questo 2010 dipenderà quindi da quali risultati il governo afghano riuscirà a conseguire. Ne è convinto anche il generale americano Stanley McChrystal, comandante Nato in Afghanistan, che in un’intervista rilasciata nei giorni scorsi sempre al Financial Times ha affermato: “quello che vorrei veder emergere dalla conferenza di Londra è che le 60 nazioni che sostengono l’Afghanistan ricevano dal Presidente Karzai e dal suo staff una visione chiara su come intende andare avanti”. Al contempo però McChrystal si augura altrettanta chiarezza da parte dei Paesi partecipanti al summit nel definire “specifici programmi di governo, coordinamento, sviluppo, sicurezza”.

Il comandante delle forze della Nato non si sottrae nemmeno al nodo spinoso del "dialogo" con i talebani e afferma che, soprattutto grazie all’arrivo delle nuove truppe americane, ci saranno maggiori possibilità di giungere a una pace negoziata. In pratica gli americani ritengono che mostrando i muscoli e dando una prova di forza molti nemici saranno indotti a più miti consigli. “Il mio sentimento personale è che si è combattuto abbastanza. Dobbiamo cercare di creare le condizioni che consentano di arrivare ad una soluzione equilibrata su come il popolo afghano debba essere governato".

Una conferma del fatto che in questo momento si stia lavorando contemporaneamente sia sul piano militare che su quello diplomatico viene da Kai Eide, responsabile delle Nazioni Unite in Afghanistan, che ha invitato le autorità afghane a depennare dalla lista dei terroristi alcuni leader talebani.