Media, Cummings, opposizione: BoJo circondato ma i sondaggi sono con lui

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Media, Cummings, opposizione: BoJo circondato ma i sondaggi sono con lui

Media, Cummings, opposizione: BoJo circondato ma i sondaggi sono con lui

27 Aprile 2021

Boris Johnson è stato in Galles ieri, in vista della prossima tornata di elezioni amministrative che, il 6 maggio, vedrà andare al voto milioni di inglesi, gallesi e scozzesi. Le immagini del premier mentre mangia un gelato e concede selfie ai cittadini sono state prontamente postate dagli account social di Downing Street ma la polemica impazza attorno a BoJo. Il Daily Mail – quotidiano non certamente progressista – ha riportato che durante una riunione di governo lo scorso ottobre Johnson avrebbe detto “preferirei che i morti si accatastassero uno sull’altro pur di non fare un nuovo lockdown”. Anche la Bbc qualche ora dopo si è accodata, sostenendo la veridicità delle affermazioni del premier. Prove? Nessuna, se non qualche conferma di fonti non rivelate e nessuna registrazione (che, peraltro, costituirebbe un reato gravissimo). Gli inglesi li chiamano “leaks”, da noi sono le “soffiate”, ma certo è che nel gabinetto di Johnson il malcontento dei collaboratori sembra portare a un continuo spifferare di notizie alla stampa.

Dopo avere fatto da capopopolo dei tifosi contrari alla SuperLega, e ottenuto plausi per il piano di vaccinazioni che ha portato il Regno Unito fuori dalla pandemia, Johnson si è ritrovato già venerdì scorso a fare i conti con le rivelazioni del suo ex consigliere principe, Dominic Cummings, che ha sparato a zero contro di lui, la sua fidanzata, il suo modo di governare e tutta Downing Street. “Io ti ho creato e io ti distruggo” sembra essere il motto di “Dom”, che è stato l’artefice delle fortunate campagne di comunicazione per la Brexit e per le elezioni del 2019.

Poi, qualcosa, tra i due, si è inevitabilmente spezzato. Nella scorsa primavera Cummings era stato sorpreso a violare il lockdown per andare a trovare, da Londra, la sua famiglia a Barnard Castle, nello Yorkshire. Le risibili scuse del collaboratore del Premier (“ho viaggiato per vedere se la mia vista si era messa a posto dopo una piccola operazione”) hanno fatto precipitare la fiducia nei confronti di Johnson, che raggiunse il punto più basso della sua premiership nei sondaggi. Eppure, il Premier confermò Cummings, anche contro le tanti voci nel partito che lo volevano fuori dalle stanze del potere. L’addio fu rimandato all’inverno, quando si racconta che, dopo una lite con la compagna di BoJo, sia Cummings che l’allora capo della comunicazione, Lee Cain, abbandonarono Downing Street. Ai media non parve vero di fotografare l’immagine del Rasputin della politica inglese mentre usciva dal suo ufficio con in mano gli scatoloni in stile Lehman Brothers del 2008.

Ma Cummings non si è arreso e ha iniziato a parlare. Prima ha criticato Matt Hancock, il ministro della salute, dandogli dell’incapace per come ha gestito la prima fase della pandemia. Poi ha alzato il bersaglio più in alto e ha detto che Johnson ha stoppato un’inchiesta interna al governo dopo avere scoperto che il rivelatore di notizie riservate alla stampa era il migliore amico della sua fidanzata Carrie, che i piani di riammodernamento dell’appartamento di Johnson sarebbero stati “illegali” se portati a termine come voleva il premir e, infine, ha negato di essere la talpa che ha rivelato gli sms tra il Premier e Sir Dyson sulla fornitura di ventilatori allo scoppio della pandemia.

Così, il Cabinet Secretary di Johnson, Simon Case, è stato chiamato a testimoniare alla Commissione parlamentare sulla PA e gli affari costituzionali anche se ha già negato la veridicità delle affermazioni di Cummings. Non  che abbia detto molto, dato che l’ex vice-leader del partito Laburista, John McDonnell, membro della Commissione, lo ha tacciato di avere sfoggiato una prestazione degna della sit-com “Yes, Minister”.

I Laburisti si sono lanciati sulla polemica, riportando in voga una parola che fu usata dal New Labour per etichettare il governo di John Major negli anni novanta: sleaze, letteralmente, “marciume”. Per Starmer si tratta di una ghiotta occasione per recuperare consensi anche in vista delle elezioni amministrative del prossimo 6 maggio. Sicuramente Johnson deve fare attenzione ed evitare che lo scandalo si allarghi ma l’accerchiamento potrebbe anche rinforzare l’affiliazione dei suoi elettori. Un sondaggio condotto ieri da Redfield & Wilton gli dava ancora 10 punti di vantaggio sui Laburisti. O con BoJo o contro di lui, insomma, Gli inglesi, per il momento, rispondono: con lui.