Medvedev si smarca da Putin aprendo alla stampa e parlando di libertà
16 Aprile 2009
Un presidente che rilascia un’intervista ad un giornale nazionale, di per sé, non è una notizia. Se però il presidente si chiama Dmitry Medvedev e il giornale "Novaya Gazeta", ecco che la storia assume tutto un altro significato. A dare la notizia – poche ore prima che le rotative della Novaya Gazeta iniziassero a girare – è stata la portavoce di Medvedev, Natalya Timakova. “Rilasciando questa intervista, il presidente vuole esprimere il suo supporto morale al giornale” ha dichiarato
L’idea di un’intervista a Medvedev da parte del trisettimanale Novaya Gazeta, in realtà, risale allo scorso gennaio. In seguito all’omicidio di Anastasia Baburova, reporter di 25 anni uccisa a colpi d’arma da fuoco, Medvedev incontrò il direttore del giornale e si disse disponibile ad un confronto. Confronto a cui si è sempre sottratto Vladimir Putin: l’ultimo presidente ad essere intervistato dal giornale in questione, infatti, è Boris Yeltsin. Ora, a quattro mesi di distanza dalla morte della Baburova, il presidente russo tiene fede alla parola data: per più di un’ora, Medvedev e Muratov (direttore della Gazeta) hanno parlato di democrazia, società civile, diritti umani e giustizia – con un occhio di riguardo al processo contro il miliardario Mikhail Khodorkovsky, arrestato per frode nel 2003. Interpellato dall’agenzia russa Tass, Muratov si è detto molto soddisfatto dell’incontro: “Il presidente è stato molto preciso nelle sue risposte: è un uomo intelligente, ed è un piacere parlare con lui. A mio parere, ha accettato di rispondere alle nostre domande perché facciamo domande che non fa nessun altro giornale in Russia”.
Scorrendo le risposte di Medvedev, a risaltare sono i toni molto distanti da quelli a cui ci aveva abituati Vladimir Putin. Il presidente ha respinto la tesi secondo cui i russi avrebbero rinunciato alla propria libertà in cambio della ricchezza: “Stabilità e prosperità non possono in nessun modo essere contrapposti a diritti politici e libertà”, ha dichiarato Medvedev, secondo il quale democrazia e prosperità sono assolutamente compatibili. Anzi, a mettere in pericolo la democrazia è proprio la povertà: “Se le persone non si sentono protette, se non ricevono lo stipendio, se non sono in grado di acquistare i generi di prima necessità, tutto ciò mette in pericolo i principali diritti e libertà”. Per quanto riguarda il processo al magnate russo Khodorkovsky, arrestato sotto la presidenza Putin, Medvedev non sbilancia: “Per il presidente, fare previsioni sull’esito di un qualsiasi processo, e quindi anche su quello a carico dell’ex capo del colosso petrolifero Yukos, è contro la legge. E questo riguarda anche tutti gli altri funzionari pubblici”.
Ma al di là dei contenuti, a colpire più di tutto è il senso stesso dell’incontro tra Medvedev e il direttore della Novaya Gazeta. Il giornale in questione – che ha una tiratura di poco inferiore alle 200.000 copie – è una delle poche voci davvero scomode per il potere nell’ex Unione Sovietica. E il suo nemico giurato si chiama Vladimir Putin: dopo l’uccisione di Anna Politkovskaja – “responsabile” di molti reportage sui crimini dell’esercito russo in Cecenia –
Fatti concreti o belle parole che siano, la mossa di Medvedev ha mobilitato molti analisti. Cosa c’è dietro alla scelta di farsi intervistare dalla Novaya Gazeta? Alcune frasi del presidente – e in particolare il concetto di democrazia come valore universale – vanno apertamente contro le tesi sostenute dal suo predecessore Vladimir Putin: secondo l’attuale premier, infatti, la democrazia dovrebbe essere adattata alle particolari condizioni russe (o, per dirla col suo capo dello staff Vladislav Surkov, direttamente “gestita dalle autorità”). Ma contro Putin – che nel colloquio Medvedev non ha mai citato – si colloca del resto anche il recente ripristino del 7 novembre (anniversario della rivoluzione d’Ottobre) come festa nazionale, piuttosto che la disponibilità a futuri colloqui con la stampa. Non sarà allora che l’attuale presidente, dipinto per mesi come un semplice burattino di Putin, stia cercando di smarcarsi dall’ingombrante predecessore?
I sostenitori di questa tesi legano i dissidi tra Putin e Medvedev alla crisi finanziaria internazionale. A fronte di un’economia sempre più traballante, Medvedev starebbe cercando di conquistarsi le simpatie delle frange liberali della società russa: soltanto attraverso maggiori aperture e collaborazioni internazionali, infatti,