Meeting Cl, Letta chiede dialogo e offre un’altra strada al Pd

"L’incontro vince sempre sul conflitto", dice il premier Enrico Letta. Il presidente del Consiglio strega il meeting di Comunione e Liberazione parlando di dialogo, riconoscimento reciproco, rispetto delle identità. E da domani il Partito Democratico dovrà fare i conti con un leader che propone una strada diversa da quella, fallimentare, del "governo di cambiamento" ma anche dalla rottamazione di Renzi.  "L’incontro fa paura solo a chi è incerto sulla propria identità ed i propri valori. Le identità sicure e solide non si rinchiudono in sé stesse: incontro non vuol dire che le differenze scompaiono". E’ il manifesto della sua idea di politica, forte e moderata, ma anche un programma di governo. Piace ai giovani e agli apparati di Cl, che applaudono. Piacerà anche al Pd che almeno sulla carta sembra pronto a votare compatto la decandenza di Silvio Berlusconi? "Gli italiani puniranno chi anteporrà gli interessi privati a quello comune che è l’uscita dalla crisi", aggiunge Letta, e sembra un messaggio indiretto rivolto al Cav. L’unico nel discorso. Obiettivo del premier è comunque mettere al centro l’interesse nazionale. Lavoro, giovani, nuovo ruolo dell’Europa, una Italia con meno burocrazia e un fisco più equo. Last but not least, la riforma del Porcellum ("la legge elettorale è una priorità e va cambiata entro ottobre"). Temi, parole, sfide, che riecheggiano quelli evocati a più riprese negli ultimi anni del Presidente Napolitano. Rivendicando una autonomia politica che in qualche modo superi gli interessi di parte, Letta fa un discorso da leader. Ma bisogna capire quali e quante saranno le truppe nel Pd disposte a seguirlo.