MegaWatt, lo scatto in avanti di Parisi

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MegaWatt, lo scatto in avanti di Parisi

17 Settembre 2016

Se c’è un aspetto convincente nel discorso di Stefano Parisi allo spazio MegaWatt di Milano, durante la manifestazione “Energie per l’Italia”, è aver battuto costantemente il tasto sulla parola “contenuti”, perché è ripartendo dai contenuti che il centrodestra costruirà una alternativa alla demagogia renziana e grillina, anzi, lo sta già facendo. 

In realtà è una ricetta che conosciamo. Una cultura liberale, la modernizzazione del Paese, il contrasto dello statalismo spendaccione. Una visione fatta di merito, competenze, talenti. Non un discorso “contro” qualcosa ma “per” qualcosa, dunque, un concetto riassunto con efficacia in quel passaggio del discorso, quando Parisi spiega che “Renzi non è un pericolo per la democrazia, ma per l’economia”. Dalla menzogna degli 80 euro alla debolezza mostrata dal premier in Europa e in politica estera, è sui temi, il programma, il merito dei problemi che si possono sfidare e battere i piddini.

Parisi convince anche per l’apertura di credito arrivata intanto dai vertici di Forza Italia. Dopo che le prime mosse del manager avevano generato qualche ostilità dentro il partito fondato da Silvio Berlusconi, l’evento al MegaWatt da questo punto di vista è un positivo scatto in avanti. Renato Brunetta giudica le parole pronunciate da Parisi parte della “nostra storia”, del “dizionario politico di Forza Italia”, e dà il “benvenuto” ufficiale a Parisi – rivendicando in ogni caso di aver condotto per anni le stesse battaglie. 

Come ogni nuova esperienza che si rispetti, adesso il soggetto uscito dal MegaWatt prenderà una forma più precisa. Del popolo di centrodestra andranno riconosciute, interpretate e rafforzate tutte le anime. Se la parola d’ordine è partire dai contenuti per riconquistare quel popolo, Parisi dovrà riempire di senso l’espressione “lib-pop”, liberale e popolare, darle concretezza, evitando il rischio di una sommatoria di posizioni tra loro contrastanti, che su determinate questioni renderebbero il suo esperimento un po’ vago.

Va bene l’appello all’unità del centrodestra (porta sbarrata da Salvini), può andare un partito aperto, all’americana, “libertà” è una bellissima parola, ma lo è ancora di più quando è accompagnata da “valori”. Libertà e valori, dunque, chiari e condivisi. Il referendum costituzionale, infine. Non è vero che se vince il No ci sarà un diluvio, spiega Parisi, semplicemente resterà in piedi la costituzione vigente “e ci sarà una forza di centrodestra pronta a sostituire Renzi al governo”. “Noi siamo già pronti”, assicura. E se Renzi dicesse quando si va a votare per il referendum, sarebbe anche meglio. Applausi.