Meglio essere “mamma tigre” o “mamma cocker”?

Banner Occidentale
Banner Occidentale
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Meglio essere “mamma tigre” o “mamma cocker”?

24 Luglio 2011

Sembrerebbe che si siano formati due partiti tra le mamme. La giurista cinese-americana Amy Chua con il suo “il ruggito della mamma tigre” ha aperto il dibattito su come sia meglio essere mamma. Questa mamma tigre è una mamma che programma i suoi figli come il suo e il loro tempo. Niente sfugge al suo sguardo. Tutto deve essere in ordine ed organizzato. I figli saranno ubbidienti e programmati. Imparano sin da piccoli che chi comanda è la mamma, punto di riferimento soprattutto organizzativo. Infatti il compito principale della mamma è indicare, programmare, addestrare.

Se si sbaglia si va in castigo. La mamma tigre è severa fino a divenire un po’ sadica, ma tutto per il bene dei suoi figli. Se non fanno i compiti non giocano. Se deludono nelle loro performance sportive e scolastiche vanno messi all’angolo. La mamma tigre Amy Chua è certa che il programmare e vigilare dia i suoi buoni risultati. Il famoso bastone carota, anche se qui sembra molto più bastone che carota. Soprattutto sembra prevalere la logica della fatica, dello sforzo che vengono spinti sempre più in la per avere una ricompensa che forse non ci sarà mai perché è molto difficile per questa mamma decidere quando basta e quando va bene per essere ricompensati.

Il traguardo per un’educazione così non c’è mai è sempre più lontano e perfettibile. Poiché se è fuori da noi ed è scisso da se stessi ovviamente non c’è limite. Si può fare sempre meglio e di più. Bisognerebbe rincontrare questi cuccioli di tigre da grandi per vedere che effetti ha prodotto su di loro questa educazione. Per ora possiamo solo fare ipotesi che ci fanno immaginare le giornate di questi bambini che super addestrati saranno incantevoli a tavola, bravi a scuola, bravi negli sport, gentili con il prossimo, educati nelle situazioni sociali, e bravi in tutti gli hobby proposti da mamma. Viene da chiedersi se saranno dei cloni, dei robot o se effettivamente nonostante il regime imposto dalla mamma saranno riusciti a tirare fuori un desiderio, a realizzare una trasgressione, ad elaborare un pensiero proprio. Avranno sogni liberi questi bambini o la mamma avrà organizzato anche quelli? In effetti si può anche suggerire cosa sognare di notte per non avere brutte sorprese!!

Ma veniamo alla mamma cocker non di oltreoceano ma tutta nostrana. Anche lei come la tigre è molto fiera di aver trovato la ricetta giusta per fare la brava mamma. Per lei la regola è assenza totale di regole! I bambini sono i sovrani che decidono. Vacanze, cibo, ora del sonno sono decise da loro. La famiglia ruota sui bisogni “indotti” dei piccoli. La mamma cocker è affettuosa, simpatica, pasticciona, impulsiva. Va avanti per inerzia, per la propria pigrizia lascia che siano i figli a decidere. Alla fine i figli decidono anche cosa è meglio per le proprie mamme di cui spesso diventano i consiglieri e i confessori. Prendono infatti il posto che prima era dell’amica del cuore o del marito.

Queste mamme  si giustificano sempre, vanno sempre di corsa e fanno tutto abbastanza male, non casualmente, ma per scelta. Infatti sembra essere molto “intelligente” per loro fare sempre più cose, farle fare anche ai propri figli e possibilmente farle anche se riescono male e non interessano davvero.  Per loro è importante fare tanto, non importa come sia fatto. Lamentarsi tanto di essere oberate e di non aver mai tempo è un’altra caratteristica a cui tengono molto. La verità è che se avessero davvero tanto tempo per essere in qualcosa veramente e in particolare nella relazione con i figli forse fuggirebbero spaventate. Spesso sono i figli che non riescono a fuggire e a crescere in queste relazioni iper responsabilizzanti dove non c’è spazio per essere davvero figli.

E’ evidente che le due mamme, la tigre e la cocker, hanno molto in comune. Infatti entrambe pensano che fare le mamme sia un mestiere che comprende regole precise che se seguite le faranno sentire brave e tranquille di aver fatto la cosa giusta. Peccato che entrambe hanno perso di vista l’oggetto dei loro sforzi e pensieri e cioè il figlio/a. Se si potesse chiedere ai figli cosa pensano di tutto ciò, immagino che loro si domanderebbero: ma noi dove siamo? Di chi si parla? E così si scoprirebbe che le mamme non stanno lavorando per i propri figli ma per loro stesse. Stanno mettendo in scena un copione così rigido che prevede un inizio, un percorso, una meta, che non si capisce bene per chi sia, perché il figlio che è altro da noi e dai nostri programmi si è perso di vista. E qui iniziano le delusioni.

Quando saranno cresciuti la mamma dirà che non li riconosce. A volte di fronte a fatti sia belli che brutti esibiti dai figli, i genitori restano esterrefatti perché non li riconoscono. Li avevano immaginati e pensati diversi da quello che sono in realtà ed avevano immaginato per loro strade meravigliose. Ma poi i conti spesso non tornano, e meno male! Così i figli fanno di testa loro e dimostrano che non si può prescindere da ciò che si è, e mandano all’aria tutte le programmazioni di mamma. Dimostrano così che basta molto amore, ascolto ed osservazione per essere visti e riconosciuti e per essere aiutati ed agevolati ad esprimere le proprie inclinazioni, capacità e sensibilità senza essere fuorviati da addestramenti; che sotto forma di caos programmato o regime da caserma alla fine si assomigliano nella sostanza. Tutti e due parlano di mamme e non di figli. I figli sono persi nelle mamme.