“Meglio il calcetto dei curricula”:  Poletti non strappa sorrisi ma critiche amareggiate

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

“Meglio il calcetto dei curricula”: Poletti non strappa sorrisi ma critiche amareggiate

28 Marzo 2017

Nel campo lavorativo “il rapporto di fiducia è un tema sempre più essenziale”: si creano più opportunità “a giocare a calcetto che a mandare in giro i curricula“. E’ l’ultima dichiarazione del ministro Poletti finita nell’occhio del ciclone.  

In un incontro tenutosi a Bologna con gli studenti dell’istituto tecnico professionale Manfredi-Tanari sull’alternanza-scuola lavoro il ministro ha sostenuto che la dinamica delle relazioni è importante per il futuro lavorativo e “i rapporti che si instaurano nel percorso di alternanza scuola-lavoro fanno crescere il tasso di fiducia e quindi le opportunità lavorative”.

Parole che hanno scatenato la bufera. “A calcetto dovrebbe andarci a giocare lui, invece di fare il ministro, almeno non prenderebbe in giro i disoccupati e i giovani!”, ha twittato Paolo Ferrero, segretario del Partito di Rifondazione Comunista. “Giuliano Poletti dice che per trovare lavoro conviene più il calcetto che inviare il curriculum vitae. Anche Buzzi giocava?”, scrive il deputato M5S, Alessandro Di Battista, su Twitter.

Dopo le polemiche, Poletti è tornato sulle sue parole. Sono state “strumentalizzate alcune frasi che ho pronunciato in occasione di un incontro con gli studenti – ha spiegato -, frasi che loro hanno compreso e condiviso nel loro significato”. “Non ho mai sminuito il valore del curriculum e della sua utilità. Ho sottolineato l’importanza di un rapporto di fiducia che può nascere e svilupparsi anche al di fuori del contesto scolastico. E quindi dell’utilità delle esperienze che si fanno anche fuori dalla scuola”.