Melbourne, somalo semina panico e morte. L’Isis: “E’ uno dei nostri”
06 Giugno 2017
di Redazione
A Melbourne lunedì una donna è stata presa in ostaggio in un appartamento e tre agenti sono rimasti feriti. La polizia è stata in grado di uccidere e neutralizzare l’uomo di origine somala che aveva tenuto in ostaggio per varie ore una escort in un edificio residenziale a Brighton. Si chiamava Yacub Khayre, 29 anni, già giudicato, e assolto, nel 2010 dall’ accusa di aver pianificato con un complice un attacco suicida ad una base militare di Sydney, mentre nel 2012 era stato in prigione per furto e si trovava in libertà condizionale dal novembre scorso.
La polizia era stata allertata perché si erano sentite varie esplosioni nell’edificio e quando è arrivata sul posto ha trovato all’ingresso il corpo di un uomo: ostaggio che l’attentatore aveva ucciso. E mentre la donna in ostaggio è riuscita a scappare, nello scontro a fuoco sono rimasti feriti tre agenti. Prima dello scontro a fuoco, però, l’ uomo aveva chiamato l’emittente Channel Seven per dire “Questo è per l’Isis, per al–Qaeda“.
La polizia indaga l’accaduto come un evento terrorista, tuttavia il capo della polizia dello Stato di Vittoria, Graham Ashton, ha detto che “non c’è nulla che indichi che abbia ricevuto un messaggio dall’estero. Ma è ancora presto, abbiamo materiale sequestrato, lo controlleremo”. L’agenzia di propaganda dell’Isis, Amaq, intanto ha rivendicato l’azione: “L’autore dell’attacco a Melbourne in Australia è un soldato dello Stato Islamico e ha realizzato un attentato in risposta agli appelli a puntare come obiettivi cittadini della coalizione” che lotta contro l’Isis in Iraq e Siria.