Meloni sfodera il primo ‘Golden Power’ in chiave anti-russa

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Meloni sfodera il primo ‘Golden Power’ in chiave anti-russa

Meloni sfodera il primo ‘Golden Power’ in chiave anti-russa

24 Marzo 2023

Il governo di Giorgia Meloni ha esercitato, per la prima volta, il Golden Power. La Presidenza del Consiglio ha posto il veto su un’acquisizione proposta da un fornitore di servizi cloud, a causa dei suoi legami con il gigante russo di Internet, Yandex. E’ la prima volta che l’amministrazione Meloni fa uso della normativa sui poteri speciali per bloccare offerte indesiderate in settori ritenuti di importanza strategica. Come il settore bancario, il settore energetico, le telecomunicazioni e la sanità.

L’Italia rinsalda l’alleanza con Usa e Nato

Il primo atto di esercizio del “golden power” ha però anche implicazioni geopolitiche notevoli. L’intervento del governo sembrerebbe motivato dalla volontà di contrastare un’acquisizione proposta da Nebius a causa dei suoi legami con Yandex. Questa decisione rivela l’intento dell’amministrazione Meloni di rafforzare la posizione dell’Italia come alleato saldo degli Stati Uniti e della NATO. Sottolineando un impegno deciso a favore dell’Ucraina e una netta presa di distanza dalla Russia. In questo contesto di crescente tensione politica ed economica, il governo italiano ha ritenuto necessario proteggere i settori strategici nazionali da offerte indesiderate. Mettendo in luce le sfide che le autorità devono affrontare nel bilanciare interessi economici e questioni geopolitiche.

Le azioni di Yandex delistate

La storia di Nebius è emblematica. La società, nata come spin-off di Yandex, ha suscitato preoccupazioni riguardo al suo finanziamento da parte del gruppo russo. Yandex, quotato al Nasdaq e con una holding registrata in Olanda, è stata fondata dall’oligarca Arkady Volozh, sanzionato a livello internazionale per il suo sostegno alla Russia nell’attacco all’Ucraina. Le azioni di Yandex sono state ‘delistate’, come annunciato di recente dalla stessa società. Nebius aveva pianificato la creazione di un centro di ricerca e sviluppo nel nostro Paese, al fine di attrarre talenti tecnologici provenienti dalla Russia e da altre nazioni. Tuttavia, l’intervento del governo italiano ha bloccato questi piani, ribadendo la volontà di tutelare gli interessi nazionali e di consolidare le alleanze con gli Stati Uniti e la NATO.

Golden Power usato 9 volte dal 2012

Dal 2012, anno in cui sono stati introdotti questi poteri, le autorità governative hanno bloccato nove volte le incursioni straniere in Italia. In sei di questi casi, i veti hanno fermato offerte cinesi. L’anno scorso il predecessore di Meloni, Mario Draghi, ha respinto un tentativo di acquisizione da parte della società statale russa Rosatom della Faber Industrie, un’azienda specializzata nell’idrogeno. La prossima decisione cruciale che il governo Meloni dovrà prendere riguarda la vendita prevista di una raffineria di proprietà di Lukoil in Sicilia alla società cipriota di private equity G.O.I. Energy. Alcuni media hanno ipotizzato che gli Stati Uniti nutrano preoccupazioni riguardo alla vendita della raffineria di Priolo, situata a soli 50 km dalla base NATO di Sigonella. In risposta, G.O.I. Energy ha rilasciato un comunicato lo scorso mese, affermando che né la società né il suo CEO, Michael Bobrov, hanno alcun legame con la Russia.