Meno male che c’è Beyonce a sfidare le fatwa dei Fratelli Musulmani

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Meno male che c’è Beyonce a sfidare le fatwa dei Fratelli Musulmani

12 Novembre 2009

La cantante americana Beyonce ha sfidato la “fatwa” dei religiosi più oltranzisti e venerdì scorso si è esibita a Port Ghalib, in Egitto, in una performance decisamente occidentale. Qualche tempo fa, in Malesia, il partito d’opposizione aveva rivolto minacce simili alle “colleghe” Gwen Stefani e Avril Lavigne. Ma Beyonce non si è fatta intimidire dai Fratelli Musulmani e, dopo il concerto sul Mar Rosso, ha sedotto anche Berlino.

Beyonce è diventata quindi l’ultima eroina contro l’integralismo musulmano. La 28enne americana, che con le sue movenze sinuose fa trepidare migliaia di giovani, non si è arresa alle ingiurie dei Fratelli Musulmani e venerdì scorso si è esibita a Port Ghalib, una località egiziana sul Mar Rosso. Non ha temuto neppure le ire di gruppi e imam su Facebook, oltre 10 mila persone di fede islamica, che l’hanno minacciata di finire all’inferno. Nei giorni precedenti al concerto (piuttosto costoso, un biglietto costava circa 250 euro), il deputato egiziano Hamdi Hassan, con posizioni vicine ai Fratelli Musulmani, aveva scritto al governo per chiedere che l’esibizione venisse vietata. Quasi scontate le ragioni: “sarà una festa a carattere sessuale”, una violazione della sharia, un prodotto della "società occidentale".

Ma Beyonce ha sfidato gli oltranzisti e, come se niente fosse, l’indomani mattina, ha riposto gli abiti succinti indossando una lunga tunica bianca. Ha approfittato della sua permanenza in Egitto per visitare la Sfinge, accompagnata dallo stimato archeologo Zahi Hawass. Insomma, una situazione parecchio diversa dal 25 ottobre scorso, quando la cantante fu costretta ad annullare il suo concerto a Kuala Lumpur, in Malesia, per le proteste del Pan Malaysian Islamic Party. “E’ uno spettacolo contrario alla morale”, aveva sentenziato allora il principale partito della opposizione malese, nonostante Beyonce avesse deciso di esibirsi non troppo svestita per rispetto alle tradizioni del Paese.

L’icona del pop americano non è stata l’unica ad aver ricevuto le minacce del partito islamico malese. Già qualche tempo fa i conservatori religiosi si erano scagliati contro le “colleghe” Gwen Stefani e Avril Lavigne. La società malese sembra essere sempre di più in balia di un Islam tutt’altro che moderato, come invece molti vogliono far credere. Recentemente, una modella musulmana, madre di due figli, è stata condannata a sei frustate soltanto perché sorpresa a bere alcolici all’uscita di un locale pubblico; per non parlare poi della “fatwa” emessa contro chi pratica lo yoga.

E’ difficile dire se il concerto di Beyonce sia un passo per contrastare l’integralismo religioso che domina ancora in gran parte della società egiziana. I giovani del Cairo non dimenticano le immagini dell’omicidio della showgirl libanese Suzanne Tamim, uccisa per volere di un imprenditore legato al presidente Hosni Mubarak. Così come le parole dell’Imam Khaled al-Guindi, che aveva paragonato l’esibizione della cantante colombiana Shakira alla “prostituzione”. Sharia a parte, Beyonce si è presa la rivincita agli Mtv di Berlino, sensuale come non mai in una guepiere rossa, seducendo una folla di giovani festanti che ricordavano la caduta del Muro.