Mentana, Renzi va in tv per rimontare. E manda i suoi ministri per spingere al ‘sì’
02 Ottobre 2016
Mentana intervistato da “la Stampa” è andato giù duro sulle strategia di Renzi per la campagna elettorale di questo referendum. Mentana ha interpretato, infatti, in un modo ben preciso la decisione di Renzi di accettare la sfida: “Si può interpretare come si vuole. Certamente ci vuole forza per mettere faccia e voce contro Zagrebelsky, un gigante del diritto costituzionale. Dall’altro lato probabilmente Renzi, come il Berlusconi del 2006, sa che deve recuperare nei sondaggi e che la via più efficace sono gli scontri diretti”.
Aggiungendo: “E’ stato un dibattito fra due che sentivano di essere i capofila dei due fronti, con colpi non bassi, ma comunque tali da delimitare il territorio. Non è stata certo una disputa accademica, perché non lo è. È un referendum che ha una posta in palio piuttosto cospicua”.
E alla domanda su chi fosse più in difficoltà ha risposto: “Nessuno, certo Renzi vive davanti alla telecamera tutti i giorni, mentre non penso che Zagrebelsky abbia fatto mai una cosa del genere in uno studio tv, ma non mi è mai sembrato fortemente in difficoltà”.
Obbiettivamente, tornando alle parole di Mentana, quella di Renzi, è un’occupazione della TV in grande stile. Ha mandato e sta madando tutti i ministri in televisione per portare un’offensiva mediatica pesante. E’ stata organizzata una vera e propria opera di convincimento su chi ancora non ha deciso tra il ‘sì’ e il ‘no’.
“Sono felice che sia emerso finalmente che non c’è il rischio di deriva autoritaria. E che era una preoccupazione un tantino esagerata”, ha detto questa mattina il premier intervenndo alla Scuola di formazione politica del Pd e citando di fatto proprio Zagrebelsky, che nel confronto tv aveva parlato di un “rischio oligarchia” con un trionfo del sì.
Il costituzionalista, invecem ha commentato così il dibattito, “È emersa in maniera chiara non la diversità di idee, ma la distanza culturale che ci fa guardare gli stessi problemi da angolazioni diverse. Due mondi diversi che non si sono incontrati. Questo credo che la gente lo abbia capito”.
Ad ogni modo, nei prossimi mesi ci sarà da aspettarsi l’imprevedibile. Non solo nella campagna elettorale, ma nell’esito del referendum stesso.