Mercatini di Natale blindati, l’Europa assediata dalla jihad

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Mercatini di Natale blindati, l’Europa assediata dalla jihad

19 Dicembre 2016

L’Avvento rappresenta sicuramente il periodo dell’anno più significativo per la Cristianità. Il fondamentalismo islamico sa bene cosa significa per l’Occidente la parola Natale ed è per questo che la sua ombra sta provando in tutti i modi a spegnere le luci che colorano le strade del Vecchio continente. Qualche giorno fa la stampa tedesca ha raccontato di un dodicenne sospettato di pianificare due diversi attentati nella città di Ludwigshafen. Gli obiettivi erano un mercatino di Natale – nella prima domenica di Avvento – e un centro commerciale. Il ragazzino, tedesco di origini irachene, pare fosse fortemente radicalizzato e che sia stato fomentato da un membro di Isis.

Il tutto avviene esattamente due settimane dopo che l’agenzia di polizia europea, Europol, in un rapporto, cita la crescente possibilità di attacchi contro i civili in giro per eventi natalizi. Le città di Monaco di Baviera, Ansbach, Berlino, Ochesenfurt, Grafing, Reutlingen e Francoforte, con la più alta concentrazione di mercatini di Natale, sono ormai blindate da tempo. Risposta prevedibile al senso di nervosismo tangibile, già lo scorso anno, tra i tedeschi. Ben prima di quello che è accaduto nella tremenda notte di Colonia. Il capodanno dell’anno scorso segnò un fallimento della polizia tedesca che ha cambiato per sempre la Germania. 

Intanto in Francia sono stati sventati attacchi pianificati contro Disneyland Paris e l’enorme mercato di Natale sugli Champs-Elysée. Lo stesso è accaduto a Strasburgo e a Marsiglia. E pare che le operazioni anti-terrorismo abbiano anche intercettato un traffico di armi: forse regali di Natale speciali per giovani islamisti. Nel frattempo sono cinquemila i soldati che pattugliano segretamente le strade trafficate di Londra, Manchester e Birmingham. Perché negli ultimi anni i mercati all’aperto di Natale sono diventati sempre più popolari anche nelle città britanniche.

E mentre una trentaduenne è stata arrestata nel Regno Unito, “con l’accusa di impegnarsi nella preparazione di un attentato”, per conto dell’ennesima, sospetta cellula di Isis, a Birmingham il mercato di Natale è stato circondato da barriere di cemento per scoraggiare i kamikaze. Secondo il capo del servizio dell’intelligence inglese si sta affrontando un “pericolo di terrorismo islamico senza precedenti”. Dello stesso avviso Andrew Parker, capo della intelligence interna, che ha dichiarato recentemente la presenza di ben tremila estremisti islamici attualmente residenti in Gran Bretagna. Tant’è vero che gli agenti di sicurezza britannici hanno confermato di “non essere mai stati così sotto pressione, e che la mancanza di accordo ed efficacia della cooperazione internazionale è una delle cause”.

La porosità dei nostri confini europei ha determinato la necessità di una maggiore cooperazione tra le agenzie di sicurezza nazionali e transnazionali, in tutto il continente: il tradizionale fermento natalizio sta causando forti mal di testa all’intelligence europea. Se quello dei tradizionali mercatini di Natale è un simbolo di libertà, un modo per rispettare le nostre tradizioni e quindi anche per promuovere, in qualche modo, la fantomatica “integrazione”, oggi quel simbolo non è altro che la prova del nove del fatto che l’Occidente è sotto scacco. Aggrovigliato nei suoi tentivi di difendersi alla buona. Ma soprattutto, è il Natale ad essere sotto scacco. E in una situazione del genere Ã¨ ridicolo arricciare ancora il naso quando qualcuno parla di “guerra di religione”. Quella scatenata dagli islamisti contro la civiltà occidentale.