“Messaggio alto, non va usato nella contesa politica”

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“Messaggio alto, non va usato nella contesa politica”

“Messaggio alto, non va usato nella contesa politica”

09 Maggio 2011

"Il testo del Presidente della Repubblica, se letto nella sua interezza, non può non essere condiviso dalla prima all’ultima parola". Semmai dalle parole del vicecapogruppo Pdl al Senato, Gaetano Quagliariello, una forte critica viene a chi di tutto lo scritto del capo dello Stato ha "estrapolato" forse meno di un rigo per farne "una risposta" ai forti attacchi del premier a pm e procure.

Eppure è inutile negarselo. Quando sono passati i titoli dei primi lanci d’agenzia tutti hanno ritenuto: ecco, Napolitano si schiera con la Procura di Milano… Lei non ci ha pensato?

Più che una forzatura del testo del presidente, mi sembra una strumentalizzazione bella e buona, visto che si piega un monito così alto a ragioni di contingente polemica politica.

Ma anticipare il testo, il giorno prima della cerimonia non è usuale, diciamo così…

Nel comunicato del Csm si mette bene in evidenza che i testi del Presidente della Repubblica e del vicepresidente del Csm Vietti dovevano essere "conosciuti" nella loro integralità. Comunque la prova che quello che dico è vero è contenuta proprio in quanto scritto da Napolitano.

Cioè?

Il presidente invita a ricordare i magistrati vittime del terrorismo e della mafia evitando di appiattirli nel ricordo complessivo dell’essere stati vittime della violenza. Invita, insomma, a ricordarli come persone che hanno vissuto nell’ordinarietà e nella quotidianità e non inquadrandole semplicisticamente nella categoria di vittime.

E questo cosa significa?

Ad esempio, alcune di queste vittime, a cominciare da Giovanni Falcone, erano dei riformatori della giustizia e in vita furono oggetto di duri attacchi e di penose polemiche: questo significa ricordare questi magistrati come persone. Chi — del tutto legittimamente, si noti bene — si pone sul versante di chi vuole conservare le cose come stanno, non può utilizzare la memoria della categoria delle "vittime" per farlo.

Ma il presidente scrive esplicitamente che l’attaccamento alla libertà e alla legalità, ai principi costituzionali di cui hanno dato testimonianza questi magistrati “vanno accuratamente preservate, ravvivate e messe in campo contro ogni nuova minaccia attuale del Paese e del mondo che ci circonda. Eccoci dunque alla situazione odierna: non è questa una risposta agli attacchi alla magistratura?

Una critica si può e si deve fare a comportamenti puntuali e situazioni particolari di uso della giustizia a fini politici o mediatici. Anzi, questo secondo me, è il modo migliore, sia pur indiretto, per onorare i magistrati che hanno dato la vita per la giustizia. La giustizia, infatti, per definizione non c’è dove c’è un suo uso mediatico o politico.

(Tratto dal Corriere della Sera)