“Mi ribello al buonsensismo sulla Casta”

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“Mi ribello al buonsensismo sulla Casta”

10 Aprile 2013

Trovare un parlamentare disposto a spiegare perché fare politica costa è come cercare il proverbiale ago nel pagliaio. Paolo Tancredi, onorevole del Pdl alla Camera, è una di queste mosche bianche. Fra costi reali e tagli promessi, la sua difesa dello stipendio di parlamentare appare una provocazione legittima. Un antidoto al “buonsensismo” spicciolo della stagione che stiamo vivendo.

Onorevole, in Rete gira un video dove Lei difende gli stipendi dei parlamentari

Potrei fare come gli esponenti del Movimento 5 Stelle, dire che i giornalisti hanno mandato in onda solo un pezzo di un discorso molto più articolato e complesso, ma sono una persona sincera e sa cosa le rispondo, sì, rivendico il mio stipendio da parlamentare.

Apriti cielo!

Guardi, è chiaro che sto facendo una provocazione. Sono stato dirigente d’azienda, conosco il mondo del lavoro e per me la politica è una passione, nient’altro. Finché sarà conveniente farla – non sto parlando né di profitto né di chissà quali interessi occulti – continuerò a svolgere il mio compito di deputato. Se diventasse sconveniente, penserei ad altre strade. Non faccio politica di mestiere.

Ma “tengo famiglia”…

Ironizzare è facile ma “tengo” soprattutto dei giovani collaboratori che fanno bene il proprio lavoro e devono avere dei contratti regolari, contratti che non cadono dal cielo.

La Presidente Boldrini ha annunciato nuovi tagli alla Camera

Sì, ma subito dopo ha aggiunto che dovranno essere “concordati” con le sigle sindacali. In bocca al lupo.

Non è d’accordo?

Nella scorsa legislatura sono stato relatore per il Pdl sulla Legge di Stabilità e in Parlamento abbiamo affrontato il nodo dei costi della politica. Non vengo mica dalla Luna. In passato sono state fatte delle cose ma le abbiamo comunicate poco e male.

E allora perché esporsi in questo modo?

Sono allergico al “buonsensismo”.

Prego?

Ha presente quando si dipinge la Cina solo come un fantasma minaccioso? Il “buonsensismo” impedisce di ragionare, di affrontare le cose in modo problematico, evitando l’esercizio del dubbio.

 Sta dicendo che gli italiani sono dei creduloni?

Dico solo che quando un argomento appare come una verità evidente e sotto gli occhi di tutti, allora scatta una molla pericolosa.

Sarebbe?

Si tende a considerare chi non la pensa come te un bugiardo, un parassita. Si rimuovono i problemi per difenderci da essi.

Un brutto ritratto dell’Italia del “cambiamento”

Siamo in una stagione nella quale su certi temi o protagonisti del dibattito pubblico c’è un unanimismo preoccupante che a mio parere nasconde una falsa coscienza. Bisognerebbe indagare più a fondo sui risvolti psicologici e sociali di fenomeni come l’antipolitica.