Miccichè vara il “Pdl Sicilia”, ora si aspetta la mossa del Cav.

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Miccichè vara il “Pdl Sicilia”, ora si aspetta la mossa del Cav.

Miccichè vara il “Pdl Sicilia”, ora si aspetta la mossa del Cav.




Dopo gli annunci, da oggi il “Pdl Sicilia” è il nuovo gruppo guidato dal sottosegretario Miccichè che si è costituito nell’Assemblea Regionale Siciliana (Ars). L’atto formale è avvenuto nella conferenza stampa a Palazzo dei Normanni,



alla presenza dello stesso Miccichè insieme ai 15 deputati che hanno aderito al progetto politico. Ma da Roma arrivano reazioni di segno diverso e si aspetta l’ultima parola del Cav.

Miccichè ha voluto sgomberare il campo da qualsiasi congettura politica e possibilità di accordo con il Pd. “E’ un comportamento che non ci appartiene e non abbiamo la minima idea di perseguirlo”. Quindi ha spiegato: “Noi crediamo di avere la forza della ragione. Il Pdl è nella giunta di governo, ma in seno al Parlamento siciliano si comporta da opposizione, ad esempio disertando i lavoro delle commissioni”. “Non si può – ha aggiunto – essere parte di un governo e non parte di una maggioranza, questa è schizofrenia”.

Il Governatore Raffaele Lombardo valuta “positivamente la scelta autonomista dai partiti nazionali. Non vedo nessuno scandalo e non si tratta di una sorpresa. E’ nata una forza autonomista, altre si stanno muovendo in tal senso. Se ci saranno fatti analoghi nelle altre regioni del sud ci sarà un movimento che non vuole essere né una secessione, né una rivoluzione, né una lotta armata”.

Concetto che ribadisce dopo aver incontrato il Premier, Silvio Berlusconi, a palazzo Chigi: “Berlusconi mi ha assicurato che interverrà con decisione su tutto il Pdl per scongiurare qualsiasi crisi di governo in Sicilia e per sostenere l’azione del mio governo”. Quindi, ricorda che “anche il Pdl-Sicilia è leale e fedele a Berlusconi. E ho avuto la sensazione che il presidente del consiglio non avesse dubbi in materia”.

Ma come cambia adesso la geografia politica nell’assemblea regionale? Potrebbero essere 16 i deputati del Pdl Sicilia sui complessivi 34 che compongono il parlamento siciliano; ai 15 che avevano già ufficializzato il passaggio con Miccichè si potrebbe unire Giulia Adamo che, dopo la rottura con Forza Italia a inizio legislatura, era passata al gruppo Misto. La Adamo, tra l’altro, secondo i rumors, sarebbe in pole position per la carica di capogruppo del Pdl Sicilia all’Ars. Se le cose andranno così la battaglia dei numeri diventerà serrata: ai 16 deputati di Miccichè, infatti, si contrappongono i 17 parlamentari “lealisti”, ai quali si potrebbe aggiungere Maria Anna Caronia che dal gruppo Misto potrebbe approdare al Pdl “ufficiale”. Con queste proporzioni il Pdl “ufficiale” potrebbe far mancare i numeri in aula e costringere così Lombardo a mettere mano alla giunta, avviando un rimpasto nell’esecutivo, in modo da ricompattare tutta la maggioranza, anziché rischiare la crisi di governo.

Ad oggi, infatti, i rappresentanti nel governo della Regione del Pdl “ufficiale”, sono l’assessore ai Lavori Pubblici Nino Beninati e quello ai Trasporti Nino Strano; mentre l’assessore al Territorio Mario Milone è da sempre considerato un tecnico.

Critico il commento del coordinatore regionale del Pdl, Giuseppe Castiglione, secondo il quale i promotori del Pdl Sicilia “hanno parlato di rilancio mediatico e politico, per ora il rilancio mediatico è stato raggiunto, per il resto vedremo se sapranno effettivamente rilanciare anche l’aspetto politico. In tema di rilancio del Mezzogiorno mi fido, francamente, molto di più dell’impegno dimostrato dal presidente Berlusconi e dal ministro Tremonti che di quello di Miccichè il quale, ricordo a me stesso, è stato anche ministro per il Sud ed oggi sottosegretario al Cipe”.

Intanto da Roma il Ministro Prestigiacomo approva il progetto di Miccichè e dichiara di schierarsi “con gli elettori”, e di “rispettarne il voto” perché “noi abbiamo appoggiato il governo Lombardo”, il titolare del Dicastero delle infrastrutture, Altero Matteoli, parla di “caso isolato in una regione che comunque ha delle sue particolarità sotto il profilo politico e storico. Non parlerei di tensioni, ma di disagio sì”. E aggiunge: “Non si può accettare di avere appendici regionali con lo stesso nome”.