Michael Jackson torna a ballare per i suoi fan con “This is it”
28 Ottobre 2009
Il 25 giugno 2009, data della scomparsa di Michael Jackson, sembra un po’ più lontano. Da oggi, a ricordare la figura del Re del pop, ci pensa “Michael Jackson’s This is it”, attesissimo film documentario diretto dal coreografo Kenny Ortega.
Lo spunto da cui prende il via l’intera operazione è l’addio alle scene di Jacko, alla fine dei 50 concerti previsti a Londra, rivelato nel marzo di quest’anno. In pratica Michael annunciò il suo ritorno sulle scene dopo un’assenza durata la bellezza di dodici anni e contemporaneamente dava l’addio ai suoi fan, con una scelta di tempo degna di un grande professionista prima ancora che artista. Proprio per l’imminente ritiro e su sua esplicita richiesta, le prove del tour vennero riprese da uno staff di cameramen diretti da Ortega.
Le oltre cento ore di filmato, dopo la scomparsa di Jacko, diventano quindi un involontario omaggio postumo, in cui emerge tutta l’essenza del leader dei Jackson 5 nella sua ultima grande avventura. Incerto tra un film concerto (comunque mai avvenuto) e un documentario, “This Is It” inquadra un uomo fragile e nello stesso tempo prigioniero della sua grandezza.
A quanto pare non era intenzione di Jackson divulgare le immagini del backstage, ma è proprio questa dimensione a rendere onore alla star e a rappresentare anche un regalo ai fan, che da sempre hanno sostenuto lunghe file per assistere alle sue performance, compresa quest’ultima, che si è rivelata essere “un concerto che non c’è”, parafrasando l’isola di Peter Pan (che tanto ha in comune con Jacko).
Secondo il regista, anche coreografo di fiducia di Michael, il montaggio finale, “grezzo” e allo stesso tempo “emozionante e potente”, raffigura “uno sguardo privato ed esclusivo sul mondo di un genio. Mostra un artista consumato alla guida di un gruppo di lavoro da lui stesso scelto – coristi, ballerini, musicisti, coreografi, addetti agli effetti speciali – durante la creazione di uno spettacolo grandioso, senza precedenti”.
L’anteprima è partita questa notte a Los Angeles, Londra e in altre 16 città e pian piano si sta allargando, in ordine sparso, a tutto il mondo. In Italia il film è in 600 sale, alcune delle quali hanno iniziato le proiezioni dal mattino per accontentare il numero record di richieste e prenotazioni. I fratelli Jackson, che hanno visto il film a Los Angeles, hanno detto che è “molto positivo e molto divertente”. Jackie Jackson ha aggiunto: “È incredibile vederlo lassù fare le sue cose. Mi sono venute le lacrime agli occhi perchè lo amo così tanto”.
La sensazione che si ha, nel vedere Jacko sullo schermo ballare, saltare, piroettare, improvvisare e cantare, è quella di un uomo in salute, ben lontano dal quadro clinico di malato terminale in cui era ingabbiato. Certo meno agile dei tempi d’oro e con qualche ruga in più, ma su tutto prevalgono la sua musica e la sua energia, uniche. Sembra pensarla così anche una delle più care amiche di Jacko, Elisabeth Taylor, che su Twitter ha scritto: “È il pezzo più brillante di cinema che io abbia mai visto. Ho pianto dalla gioia a rivedere il suo ‘dono’. Non ci sarà mai più uno del calibro suo. Questo film ci ricorderà sempre e per sempre che una volta c’era un uomo che Dio baciò”.
Non sono naturalmente mancate alcune polemiche. Un gruppo di fan di Jackson – magari non ancora ripresosi dal lutto – ha addirittura lanciato una campagna per boicottare il film, sostenendo che la pellicola copra volutamente i problemi di salute che affliggevano il re del pop. Il gruppo di agguerriti fan ha creato un sito web dove ha raccolto testimonianze di chi ha parlato con lui prima della morte, riportando che la star soffriva di un mal di schiena paralizzante che gli organizzatori dello show ignoravano, pressandolo per lavorare a ritmi forsennati. “Quello che vedrete sullo schermo – si legge sul sito – è parte di questa copertura. La nostra speranza è che molti fan si uniscano a noi per cercare tutti insieme un’ultima volta di fare qualcosa che faccia luce sulle bugie che si sono dette”. Verità o Speculazione? Non si saprà mai, ma tutto alimenta la fiamma di una fama destinata a brillare ancora a lungo.
Per chiudere idealmente il cerchio apertosi con la sua morte, che non gli ha permesso di esprimersi sul palco, lasciamo a lui la conclusione, riprendendo una frase del docu-concerto. Una frase che potrebbe far riflettere su tutte le parole sterili spese, in fondo quello si può fare è “Metterci più amore, basta quello, ricordatevelo, basta un poco di amore” . The show must go on.