Migranti, arrestati trafficanti nel Sud Italia: contatti con filo-jihadisti
10 Maggio 2017
di Redazione
La Polizia ha arrestato tra Bari, Catania e Salerno alcuni cittadini somali accusati di essere trafficanti di uomini. Gli uomini finiti in manette, attraverso i social, avevano contatti con soggetti filo-jihadisti, vicini al gruppo terrorista somalo Al Shabaab. Sono stati, inoltre, documentati contatti telefonici tra uno dei membri del presunto sodalizio con un cittadino somalo, già sottoposto a fermo in Italia nel luglio 2016, per aver favorito l’ingresso sul territorio nazionale, via Malta, di due “foreign fighter” militanti dell’Isis. E, contestualmente agli arresti, sono stati oscurati dal Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni i siti informatici non abilitati in Italia su cui gli indagati avrebbero operato, effettuando i vari servizi di pagamento sia a beneficio dei membri dell’organizzazione che dei migranti.
Si tratta delle prime indiscrezioni emerse da un’indagine coordinata dalla Dda che sta appena producendo i suoi primi frutti. Tra le altre accuse contestate figurano favoreggiamento di immigrazione clandestina a scopo di lucro, uso di documentazione falsa, corruzione di incaricato di pubblico servizio e falso ideologico in atto pubblico. Ma non è tutto. Gli investigatori hanno scoperto l’utilizzo di canali “money trasfer” illegali, adoperati dai presunti trafficanti per incanalare le somme loro inviate dalle famiglie dei migranti somali per pagare l’organizzazione dei viaggi degli stessi verso il nord Europa.
Tra gli indagati figurerebbe anche un impiegato del Comune di Bari che si sarebbe lasciato corrompere per dichiarare falsamente inesistenti residenze di cittadini somali nel capoluogo pugliese. All’operazione ha contribuito anche la Polizia di Malta che, con la collaborazione di personale Interpol e della Questura di Bari, ha dato esecuzione a un mandato di arresto europeo nei confronti del principale trafficante di migranti somali di cui si sarebbe servita l’associazione criminale.
Poche le dichiarazioni fino a questo momento. Ma degna di nota risulta quella del procuratore di Trapani, Ambrogio Cartosio, in audizione alla commissione Difesa del Senato, ha affermato che ‘ci risulta che le ong hanno fatto qualche intervento di salvataggio in mare anche senza informare la nostra Guardia costiera’.