Migranti, corridoi umanitari portano a Roma 101 siriani
02 Maggio 2016
I rifugiati diretti in Italia si aggiungono ad altri 100 partiti qualche settimana fa. Grazie alla Comunità di Sant’Egidio e alla Federazione Chiese Evangeliche, a loro è stato risparmiato il destino penoso dei barconi. Arriveranno oggi all’aeroporto di Fiumicino a Roma i 101 profughi siriani del secondo ‘corrodoio umanitario’ creato dalla comunità di Sant’Egidio e dalle chiese evangeliche. Si trattano di 37 famiglie siriane e una irachena partite da Beirut, selezionate con criteri di ‘vulnerabilità’ come gravi malattie dei figli o donne sole.
Nei mesi scorsi, la comunità di Sant’Egidio ha selezionato i casi più gravi, e questo gruppo, che si unisce ai 93 arrivati lo scorso febbraio, si caratterizza per un elevato numero di bambini: 44 minori e dieci donne sole con figli e nipoti. Alcuni di loro provengono dalle città di Homs, Aleppo, Damasco, Hama e Al Hasaka, regione dove vivono i cristiani siriani e che è stata occupata dallo Stato Islamico. Le nuove destinazioni saranno Torino, Milano, Firenze e Roma e anche piccole località come Terni, Frosinone e Potenza.
Secondo la Comunità di Sant’Egidio, con questo progetto, i profughi avranno tempo fino a due anni per integrarsi. Sono le ragioni umanitarie la causa prima per poter ottenere il visto, spiega Massimiliano, l’addetto stampa di Sant’Egidio. Per esempio Sami, un autista di 40 anni, originario di Homs, la città martire della guerra siriana, è un padre di famiglia che deve fronteggiare un doppio caso di talassemia, (la mancanza di emogloblna che determina uno stato di anemia permanente) della moglie e di uno dei quattro figli, un’altra figlia ha problemi alla vista.
Di bambini con gravi malattie o disabilità ce ne sono 14. In totale, nel gruppo di rifugiati in partenza, ci sono 44 bambini, ma non tutti possono contare su un una famiglia. “Ormai non è più un esperimento, ma una realtà concreta che consente a persone in fuga dalla guerra e in ‘condizioni di vulnerabilità’ (vittime di persecuzioni, torture e violenze, famiglie con bambini, donne sole, anziani, malati, persone con disabilità) di giungere, in tutta sicurezza e legalmente, in Italia senza rischiare la propria vita nel Mediterraneo”, si legge in una nota della Comunità di Sant’Egidio.