Migranti, è già boom di sbarchi nel 2017: 35mila. E intanto sale la spesa pubblica per i soccorsi

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Migranti, è già boom di sbarchi nel 2017: 35mila. E intanto sale la spesa pubblica per i soccorsi

18 Aprile 2017

Gli ultimi giorni hanno fatto registrare una vera e propria escalation di sbarchi di migranti sulle coste italiane. Questa mattina la nave “Asso Ventinove” è attraccata al porto di Vibo Valentia con a bordo circa 1600 migranti. Nel pomeriggio approderà a Cagliari la nave norvegese Siem Pilot con a bordo 816 migranti, soccorsi nel Mediterraneo al largo della Libia. E questi si aggiungono agli altri salvati nel weekend di Pasqua che, complici le favorevoli condizioni meteo, verrà ricordato anche per il boom di partenze dalla Libia, con conseguente superlavoro per le navi di Marina, Guardia Costiera, Eunavformed e ong: 8.300 migranti sono stati salvati in tre giorni, ma sono stati recuperati anche 13 cadaveri, tra i quali quello di un bimbo di otto anni.

Con quelli degli ultimi giorni, gli arrivi del 2017 si aggirano intorno a quota 35mila, in notevole aumento sullo stesso periodo del 2016, che alla fine si è rivelato l’anno record con 181mila persone sbarcate. Il Viminale è alle prese con il rebus della distribuzione degli ultimi arrivati, fatti sbarcare tra Reggio Calabria, Catania, Cagliari, Porto Empedocle, Lampedusa, Augusta e Messina. Il sistema di accoglienza è già al tutto esaurito, con 175.450 persone ospitate ed il piano concordato con l’Anci per una distribuzione diffusa tra tutti i Comuni stenta ad ingranare per la mancata adesione di diversi sindaci.

Ma la situazione degli sbarchi rischia di pesare anche alle casse dello Stato. In base a quanto riportato dal Def appena approvato dal Governo, nel 2017 le spese per il soccorso e l’accoglienza potrebbero salire fino a 4,6 miliardi di euro (pari allo 0,27% del Pil), cioè fino ad un miliardo in più rispetto al 2016, se i flussi dovessero continuare a crescere, come mostrano i dati dei primi mesi dell’anno.

Insomma, la situazione su tutti i fronti è al limite. E se non si trovano al più presto gli accordi europei per i ricollocamenti, la situazione è inevitabilmente destinata a peggiorare. Bruxelles è avvisata.