Migranti, fermati sei scafisti a Palermo: un minorenne accusato di omocidio
09 Novembre 2016
Sarebbero sei gli scafisti degli oltre mille migranti arrivati nelle ultime ore al porto di Palermo. Si trovavano a bordo di di quattro gommoni che hanno attraversato il Mediterraneo: i migranti sono stati salvati dalla nave “Dattilo”, ma al momento dei soccorsi con loro c’erano anche dieci cadaveri. Le indagini della squadra mobile e della guardia di finanza, coordinare dal procuratore aggiunto Dda Maurizio Scalia e dal sostituto procuratore Paola Caltabellotta, hanno permesso di accertare chi fossero i sei uomini a capo delle imbarcazioni.
E’ emerso che i migranti, prima di esser fatti salire a bordo dei gommoni, venivano condotti in locali fatiscenti sulle coste libiche, con scarse razioni di cibo e sotto vigilanza armata, per essere successivamente trasferiti sui gommoni attraverso piccole imbarcazioni, un poco alla volta.
Emblematico, così come ricordato dai testimoni, il fatto che il “baby scafista” fosse stato ribattezzato come “il capitano”. I sei fermati dovranno rispondere del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Il minorenne “scafista” è accusato anche di omicidio: durante la navigazione, quando già il gommone si trovava in condizioni precarie ed era colmo di persone, aveva imbarcato una notevole quantità di acqua. Il giovane durante i soccorsi ha tentato di confondersi tra i migranti per celare il suo vero ruolo e in queste frenetiche fasi ha fatto rovesciare sul fondo del gommone diverse taniche di carburante: le esalazioni hanno stordito alcuni malcapitati che, cadendo a terra, sono rimasti soffocati dall’acqua accumulata sul fondo dell’imbarcazione.
I sei fermati dovranno rispondere del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. I fermati, dopo gli accertamenti di rito sono stati condotti alla Casa Circondariale “Pagliarelli”, mentre il minore è stato associato al Centro di Prima Accoglienza “Malaspina”.