Migranti in rivolta a Cona, Zaia: “Espellere facinorosi e chi non è profugo”

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Migranti in rivolta a Cona, Zaia: “Espellere facinorosi e chi non è profugo”

03 Gennaio 2017

E’ tornata alla normalità la situazione all’interno del centro di accoglienza per migranti a Conetta, frazione di Cona, nel veneziano, dove nella serata di ieri è scoppiata una protesta di un centinaio di migranti a seguito della morte, sembra accidentale, di una giovane ivoriana ospite della struttura. 

I 25 volontari della Cooperativa che gestisce l’hub barricati in alcuni container sono stati fatti uscire. La giovane donna della Costa d’Avorio, la cui morte improvvisa aveva dato la stura ai disordini si chiamava Sandrine Bakayoko, ed era in attesa di una risposta alla domanda di asilo politico. 

Gli operatori della cooperativa Ecofficina sono stati fatti uscire poco prima delle due. Tra di loro anche due medici e un’infermiera. Si sono allontanati in auto, alcune colpite dai manifestanti. Secondo le prime dichiarazioni tutti stanno bene anche se hanno trascorso momenti di paura quando all’esterno dei loro rifugi molti migranti avevano iniziato a colpire le pareti con bastoni e spranghe. Allo scoppio della protesta si erano chiusi e barricati in alcuni container e negli uffici amministrativi della struttura.

Sale nel frattempo la polemica sui ritardi: la 25enne si sarebbe sentita male, secondo i suoi compagni, verso le 8 di mattina, i soccorsi sarebbero arrivati alle 14. Dall’ospedale di Piove di Sacco fonti sanitarie affermano che l’automedica è partita non appena è giunto l’allarme. Un gruppo di manifestanti ha chiesto un incontro con il prefetto Carlo Boffi e al momento sul tema c’è “un dialogo aperto” con funzionari della questura lagunare per verificare la possibile realizzazione dell’incontro.

Secondo quanto si è appreso, intanto, nel corso della protesta gli operatori rimasti all’interno della struttura sono rimasti in costante contatto con le forze dell’ordine intervenute sul posto, che fin dal primo momento hanno cercato di arrivare a una conclusione della protesta senza ulteriori incidenti. “Era una situazione da gestire con buonsenso e pazienza – ha commentato Sanna -, ma se ci fossero stati rischi per l’incolumità degli operatori si sarebbe intervenuti in maniera diversa”. 

Per il governatore del Veneto Luca Zaia i centri di accoglienza come quello di Cona “devono chiudere”. Zaia ha ricordato che bisogna “espellere i facinorosi e a seguire tutti quelli che non sono profughi”. Per il presidente veneto, da fatti come quello di ieri “emergono tutte le debolezze di questo sistema di accoglienza

“A oggi in Veneto sono arrivati 30mila immigrati, di cui 13mila ancora ospitati: il resto sono spariti. La nostra quota, se si calcola il 3 per mille sulla popolazione, sarebbe 15mila, ma ne abbiamo già avuti il doppio ed è impensabile continuare con questo metodo”. Per il governatore leghista, dunque, è fondamentale “avere la certezza che chi aiutiamo siano profughi: se la verifica dei requisiti avvenisse in Africa anche i cittadini sarebbero più tranquilli rispetto all’ospitalità”.

Da 50 fino a 1400: è in questi numeri l’escalation del fenomeno migranti a Conetta. In totale il comune, sparso fra diverse località, ha circa 3000 abitanti, mentre Cona ne ha appena 200 ed è stata spesso teatro di proteste da parte dei cittadini. Il centro di accoglienza temporanea per i profughi ospitati in provincia è composto prevalentemente di tendoni fra i 500 e i 1500 metri quadri; sono infatti poche le strutture in muratura e hanno una capienza limitata. In ogni tenda dormono centinaia migranti in letti a castello; le donne sono circa 40 e hanno alloggi e servizi separati. 

Le proteste di ieri non sono le prime andate in scena nell’hub di Conetta, anche se sono state le prime con un accento violento con l’utilizzo di fuochi e di minacce. Il 30 agosto scorso una cinquantina di migranti avevano manifestato in strada per protestare contro i lunghi tempi di evasione delle pratiche per le richieste di asilo. In quella occasione tuttavia si era trattato di un sit in pacifico controllato dalle forze dell’ordine. Sul posto agenti della polizia del commissariato di Chioggia e carabinieri di Chioggia oltre al sindaco di Cona Alberto Panfilio che aveva ricordato come all’inizio del mese avesse ricevuto dall’allora ministro dell’interno Alfano, assicurazioni sulla diminuzione del numero di ospiti del centro di accoglienza veneziano. 

In precedenza, il 27 gennaio dello scorso anno un centinaio di migranti, su un totale in quel momento di 600, era sceso in strada per protestare contro il livello di assistenza loro offerto nella struttura. Senza creare particolari tensioni, avevano occupato parte della strada cercando di richiamare l’attenzione sui problemi soprattutto igienico sanitari della struttura, sottolineando il fatto di essere in troppi rispetto alla capacità di accoglienza della ex base.