Migranti, l’Ue e il programma da 348 milioni per i siriani in Turchia
08 Settembre 2016
La Commissione europea ha annunciato oggi a Bruxelles il lancio del più grande programma operativo di aiuti umanitari mai finanziato dall’Ue. Riguarda circa un milione di rifugiati in Turchia, ed è basato sul concetto innovativo della fornitura, alle famiglie beneficiarie, di denaro (attraverso carte elettroniche prepagate) invece della classica distribuzione di derrate alimentari e beni e di prima necessità. Così si legge: “il nuovo programma intende garantire le primarie necessità ai siriani in Turchia, così “continuare a sostenere coloro che soffrono e offrire condizioni di vita più dignitose”.
Il programma, chiamato Emergency Social Safety Net (Essn), è stato finanziato con 348 milioni di euro forniti dall’Ue e dai suoi Stati membri attraverso il Fondo per i rifugiati in Turchia (“Facility for Refugees in Turkey”), e sarà gestito dal World Food Programme delle Nazioni Unite.
Si tratta di una vera rivoluzione per quel che riguarda gli aiuti. In media dovrebbe trattarsi di circa 100 lire turche a famiglia (cifra non ancora ufficiale), una somma sufficiente a soddisfare i bisogni immediati in un paese come la Turchia. Il denaro attraverso gli aiuti cash, contribuirà anche allo sviluppo delle economie locali, in prossimità dei campi profughi e nelle comunità turche in cui vive la maggior parte dei rifugiati fuggiti ai conflitti in Siria e Iraq.
Questo sistema (sperimentato con successo negli ultimi mesi in Libano e Giordania) pare permetta all’Ue di eliminare gran parte dei costi intermedi che assorbono spesso una fetta cospicua dei propri aiuti umanitari, prima che raggiungano i destinatari.
I fondi, stando a quanto riferito dal commissario Ue agli Aiuti umanitari, saranno versati direttamente ai rifugiati e non alle autorità turche. Il commissario ha anche sottolineato che con le autorità di Ankara c’è “una piena collaborazione” nella gestione dei rifugiati, e che comunque l’Ue ha “l’obbligo morale di fornire assistenza umanitaria ai rifugiati dovunque si trovino e qualunque sia la situazione politica del paese in cui si trovano”.