Migranti, l’Ue vuole investe 8 miliardi per frenare i migranti. Avramopoulos propone revisione blu card

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Migranti, l’Ue vuole investe 8 miliardi per frenare i migranti. Avramopoulos propone revisione blu card

08 Giugno 2016

Bruxelles propone una revisione della Blu card varata nel 2009 per l’impiego in Europa dei lavoratori altamente qualificata di Paesi terzi, con l’abolizione degli schemi nazionali e l’apertura ai profughi. La proposta prevede di unificare tutto in un solo strumento, la Blu card Ue, che si stima porterà un impatto economico positivo tra 1,4 e 6,2 miliardi di euro l’anno. A presentare l’iniziativa al Parlamento Ue è il commissario Dimitris Avramopoulos.

Il ministero degli Esteri italiano si dichiara ottimista e soddisfatto dei progressi fatti dalla Commissione europea per affrontare l’emergenza delle migrazioni.  In una nota della Farnesina si legge, infatti: il Migration Compact europeo è “un primo passo in direzione di quel cambio di rotta fortemente richiesto dall’Italia”.

 Il ‘migration compact europeo’ prevede nuovi accordi di partnership, “non più aiuti ma investimenti” per aiutare ad affrontare le cause, frenare i flussi, accelerare le riammissioni non solo con accordi sulla carta. In prospettiva c’è anche la “creazione di rotte legali” per il ‘resettlement’ dei rifugiati che implicano anche “maggiori capacità di accoglienza più vicine ai paesi di origine”.

Il piano parte con 8 miliardi per l’azione immediata nei prossimi cinque anni e in autunno sarà messo a punto un ‘Fondo per gli investimenti esterni’ sulla falsariga del fondo Efsi creato per ‘Piano Juncker‘ per l’Europa. Pertanto, partendo da 3,1 miliardi nel bilancio europeo (2 mld dal Fondo europeo per lo sviluppo) da aggiungere ai pochi fondi pubblici africani, investimenti privati e garanzie della Bei, si potrebbero attivare investimenti per 31 miliardi di euro, che arriverebbero a 62 mld se i governi dei 28 saranno disposti ad ascoltare l’appello della Commissione a mettere altrettanto.

Si partirà con accordi con i paesi sul Mediterraneo come Giordania e Libano e si proseguirà con Niger, Nigeria, Senegal, Mali e Etiopia. In buona sostanza, la Commissione vuole promuovere l’economia nei Paesi di partenza e di transito anche per dissuadere gli abitanti dal trasferirsi in Europa.

Due gli aspetti controversi. Il primo è quello finanziario. Interpellato dalla stampa, Timmermans ha ammesso che nei fatti solo i 500 milioni di euro del Fondo fiduciario Ue-Africa sarebbero denaro fresco.

L’idea di accordi bilaterali con i Paesi più strategici non sarà poi facile da mettere in pratica. Sono pronti i Paesi africani a collaborare proficuamente? Timmermans si è detto pronto a usare la leva commerciale per convincere i futuri partner. I dubbi sul pacchetto sono leciti, ma il tentativo va difeso.

E’ invece preoccupata l’Oxfam, tra le più importanti confederazioni internazionali specializzate in aiuto umanitario e progetti di sviluppo, perché il nuovo piano europeo “rischia di delegare a Paesi terzi il controllo delle frontiere europee, lasciando decine di migliaia di uomini, donne e bambini in fuga da guerra, persecuzioni e fame senza la tutela e la protezione di cui hanno bisogno”.