Migranti, per gli stranieri che entrano in Italia tassa di 50 Euro
04 Maggio 2016
L’Unione Europea cerca di autofinanziarsi con una nuova misura un tantino sui generis. La nuova idea di Bruxelles è infatti quella di istituire una tassa da 50 euro per gli stranieri che entrano in Europa. Niente sconti, la tassa sarebbe da pagare in qualsiasi caso, per tutti i cittadini extraeuropei in arrivo sul continente sia per turismo che per lavoro. Il tutto sarebbe giustificato dalla volontà di sostenere gli sforzi economici necessari alla gestione dell’emergenza migranti e quindi anche del Migration Compact proposto dal governo italiano.
Quest’ultima proposta, dunque, è sul tavolo della Commissione Ue, chiamata a rivedere il regolamento di Dublino. All’ordine del giorno tre le decisioni cruciali: le modifiche per determinare quale Stato membro sia responsabile per l’accoglienza dei rifugiati; la proroga dei controlli ripristinati ad alcune frontiere interne di Schengen; e la raccomandazione all’Europarlamento e al Consiglio Ue per abolire l’obbligo dei visti per i cittadini turchi che viaggiano nell’Unione.
L’argomento sarà al centro del vertice di Roma di domani, al quale parteciperanno il presidente del Consiglio Matteo Renzi, la cancelliera Angela Merkel, il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker, quello del Consiglio Ue Donald Tusk e del Parlamento Martin Schulz. Quei soldi, da versare in modalità ancora da stabilire, sarebbero utilissimi per il Fondo di accoglienza dei rifugiati ma anche per i rimpatri nei Paesi di origine di chi non ha diritto ad ottenere lo status di rifugiato.
Frans Timmermans, vicepresidente della Commissione Ue, ha spiegato a Repubblica la proposta di revisione degli accordi di Dublino sul diritto di asilo. E quanto invece ai migranti irregolari, Timmermans si dice un “deciso sostenitore del’ ‘migration compact’. E spiega: “Juncker mi ha affidato il compito di mettere a punto, insieme con i miei colleghi, la risposta della Commissione alla proposta italiana, in modo che possiamo presentare il nostro piano in giugno, spiegando come intendiamo tradurre il ‘migration compact’ italiano in politiche concrete”. In riferimento alle preoccupazioni dell’Austria muove la sua critica: “momento non ci sono indicazioni che esista un problema di flusso di migranti da risolvere, il paragone tra il Brennero e la rotta balcanica non è basato sui fatti, è basato sulle emozioni”, e “non vedo elementi a questo stadio che possano giustificare la chiusura del confine tra Austria e Italia”.