Migranti, rotta balcanica chiude anche per siriani. Turchia: “Non riprenderemo milioni di profughi”

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Migranti, rotta balcanica chiude anche per siriani. Turchia: “Non riprenderemo milioni di profughi”

11 Marzo 2016

Ieri la Macedonia ha chiuso il confine ai migranti illegali dopo che Slovenia, Croazia e Serbia hanno annunciato nuove restrizioni all’ingresso dei profughi. I Paesi balcanici hanno quindi deciso di non accettare più migranti senza documenti validi: la rotta balcanica appare quindi chiusa. Il presidente del Consiglio europeo  Donald Tusk ha scritto su Twitter: "Il flusso irregolare di migranti lungo la rotta dei Balcani occidentali è finito. Non è una questione di azioni unilaterali, ma una decisione comune dei 28" Paesi membri della Ue.

 

Le autorità di Skopje, in Macedonia, in particolare, hanno deciso di sigillare anche le loro frontiere dopo le decisioni prese dagli altri Paesi dei Balcani. Più dura degli altri quella che è stata ribattezzata “Fortezza Slovenia”, inaccessibile per chiunque non abbia un visto, o un regolare titolo di viaggio europeo. Il governo di Miro Cerar ha scelto infatti di chiudere la rotta battuta da un milione di profughi solo nel 2015. 

 

Per la prima volta dallo scoppio della crisi dei migranti, saranno respinti anche i siriani, sulla strada per Lubiana non passeranno nemmeno profughi e disperati che hanno diritto all’asilo. A Bruxelles si parla già di "violazione dei diritti umani". La mossa slovena ha creato un vero e proprio effetto domino, visto che la Serbia e Macedonia e la Croazia vanno nella stessa direzione. Per il governo Cerar questo è un "chiaro segnale ai trafficanti e ai migranti irregolari che questa rotta non esiste più".

 

L’Europa trema perché chiusa la rotta balcanica se ne apriranno altre e con ogni probabilità questo riapre anche il problema per l’Italia. L’Ungheria ha dichiarato lo stato d’emergenza per il pericolo di migrazioni di massa e Orban ha disposto il rafforzamento delle frontiere con l’invio di 1500 militari. Il ministro dell’Interno magiaro Pinter avverte che, di fronte agli almeno 10000 migranti entrati illegalmente, "Non sappiamo che tipo di reazione potranno avere. Non sappiamo in quale direzione inizieranno a muoversi. Per questo, se necessario, dobbiamo essere pronti a difendere le nostre frontiere in modo efficace". 

 

L’Austria parla per bocca del suo ministro dell’interno: "La mia posizione è chiara: la rotta balcanica resta chiusa e lo sarà in modo permanente". dice Johanna Mikl-Leitner. Solo un "segnale coerente" sarà un efficace deterrente per i migranti, ha aggiunto.

 

Fonti europee dell’Ansa spiegano che un aereo di Frontex monitora il tratto di mare tra Italia e Albania. Per adesso non sono stati registrati movimenti particolari sulla rotta adriatica. Così come pare che i trafficanti di uomini si stiano organizzando per offrire viaggi attraverso Romania e Bulgaria. Budapest è pronta a costruire un ‘muro’ di filo spinato anche lungo il confine romeno, se necessario. Estonia, Lettonia e Lituania stanno pensando di blindare i confini con una barriera, nella preoccupazione che numeri consistenti possano muoversi sulla cosiddetta rotta artica, attraverso la Russia. 

 

In Grecia invece l’emergenza non accenna a placarsi con i suoi quarantamila migranti nella penisola. La situazione è grave soprattutto nel nord del Paese, con circa 20mila persone in attesa vicino al confine macedone. Centinaia di profughi del centro di Idomeni hanno messo in atto una protesta contro la chiusura della rotta dei Balcani.

 

Sul fronte turco, infine, il ministro per i rapporti con la Ue, Volkan Bozkir, oggi ha fatto sapere che l’accordo tra Turchia e Unione europea per la riammissione dei migranti non si applica a coloro che si trovano sulle isole greche. Bozkir ha spiegato che la Turchia riprenderà solo i profughi che si trovano in Grecia dopo che l’accordo sarà entrato in vigore. Nel corso del vertice tra Turchia e Unione europea a Bruxelles, Ankara aveva proposto un accordo che vedrebbe l’Ue reinsediare un rifugiato siriano dai campi in Turchia in cambio di ogni siriano che Ankara accoglie dalla Grecia, nel tentativo di ridurre l’incentivo per le persone a bordo di imbarcarsi per l’Europa.

 

In cambio, la Turchia ha chiesto nuovi aiuti finanziari, l’accesso senza visto nella zona Schengen e un’accelerazione nelle trattative per aderire alla Ue. 

Sulla chiusura della "rotta balcanica" l’Austria non ha intenzione di fare passi indietro. Il ministro dell’Interno Johanna Mikl-Leitner, infatti, ribadisce: "Manteniamo la nostra politica, i flussi incontrollati di migranti che si muovono nei Balcani deve diventare una cosa del passato". E aggiunge: "Si alimentano speranze e aspettative dei profughi mentre la cosa più onesta da fare è dire loro che ormai è impossibile passare".