Migranti, scontri al confine Grecia-Macedonia e tensioni a Calais. Gentiloni: l’Europa è sull’orlo del baratro

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Migranti, scontri al confine Grecia-Macedonia e tensioni a Calais. Gentiloni: l’Europa è sull’orlo del baratro

29 Febbraio 2016

L’accoglienza di 93 profughi siriani, oggi all’aeroporto di Roma Fiumicino, è la prima tappa di "un’iniziativa molto importante, che consente e consentirà a centinaia e centinaia di rifugiati, molti dei quali bambini, di arrivare qui in sicurezza". Questo il punto di vista del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. Convinto, inoltre, che occorre riscrivere l’accordo di Dublino: "perché senza la libera circolazione non c’è il mercato unico. E su questo  Italia e Germania sono concordi".  

 

E sempre Gentiloni, in un’intervista al quotidiano tedesco ‘Handelsblatt’, ha riferito lo stato drammatico in cui si trova l’Europa tutta: "L’Europa è sull’orlo del baratro: spero che non ci saranno decisioni drastiche e irreversibili. Nelle ultime settimane ci sono stati più severi controlli di frontiera, ma questi sono ancora compatibili con le regole di Schengen. Una vera chiusura dei confini avrebbe conseguenze devastanti e porterebbe ad una reazione a catena in altri Paesi dei Balcani occidentali. Noi capiamo le difficoltà di Paesi come l’Austria ma la risposta dev’ essere europea, non unilaterale".  

 

La Macedonia ha avviato i lavori per la costruzione di una nuova recinzione al confine con la Grecia, nei pressi di Gevgelija. Le autorità hanno sottolineato che lo scopo di tale recinzione è quello di garantire il flusso regolare e ordinato dei migranti, sopratutto nelle ore notturne, per evitare che molti si disperdano ancora nei boschi circostanti.  L’Ufficio governativo per la gestione delle emergenze ha riferito che i lavori sono iniziati ieri sera: reparti dell’esercito per innalzare una recinzione di filo spinato alta 1,5 metri.   

 

La rabbia e la frustrazione delle migliaia di migranti e profughi bloccati da giorni in condizioni disumane alla frontiera fra Grecia e Macedonia è esplosa con l’assalto alla recinzione metallica e di filo spinato che segna il confine. Una trentina di feriti, tra cui bambini. 

 

Intanto al nord della Francia, a Calais, le operazioni di sgombero nella parte sud della ‘Giungla’ sono cominciate intorno alle 8:30 del mattino. Coadiuvati dagli agenti in tenuta antisommossa, due bulldozer stanno per smontare le prime tende lasciate libere per poi demolire le capanne. L’atmosfera pareva abbastanza calma. Poi sono scoppiati due incendi e un’attivista ha provato a fermare lo sgombero.  

 

In questo istante dimostranti stanno lanciando sassi contro le forze dell’ordine. Le ong britanniche hanno condannato la risposta delle autorità francesi, criticando il fatto che sul posto siano stati portati anche dei cannoni ad acqua. La portavoce di Help Refugees, ha dichiarato: "Siamo molto delusi del fatto che il ministro dell’Interno francese Bernard Cazeneuve abbia insistito con la dichiarazione pubblica che lo sgombero sarebbe avvenuto in modo umano. Nel primo giorno, questo è il modo in cui vanno le cose".  

 

Fabienne Buccio, il prefetto, ha spiegato che l’imponente dispiegamento di forze è stato necessario date le "aggressioni verbali e fisiche di cui sono stati oggetto nei giorni scorsi" gli operatori incaricati di convincere i migranti a lasciare il campo e trasferirsi nei centri d’accoglienza messi a disposizione dallo Stato. Alcuni di loro, ha spiegato ancora il prefetto, sono stati "insultati e strattonati" da "attivisti in maggioranza britannici". Le operazioni di sgombero dovrebbero proseguire per tutta la giornata.