Migranti, tra Ue e Austria è scontro su quote richiedenti asilo. Vienna: nessun passo indietro

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Migranti, tra Ue e Austria è scontro su quote richiedenti asilo. Vienna: nessun passo indietro

19 Febbraio 2016

La decisione dell’Austria di imporre un tetto giornaliero di richieste d’asilo? “Sarebbe chiaramente incompatibile con gli obblighi rispetto alle leggi Ue e internazionali”, così il commissario Ue, Dimitris Avrampopoulos, al ministro dell’interno austriaco Johanna Mikl Leitner, in una lettera riservata. È esploso il caso quote dell’Austria alla vigilia del vertice europeo su migranti e Brexit. 

 

Avramopoulos ha bocciato anche le quote pensate per i richiedenti in transito e “sollecita a riconsiderare le misure unilaterali proposte”. Nella lettera inviata oggi dal commissario Ue al ministro dell’Interno austriaco si legge: “In primo luogo – osserva Avramopoulos – intendete introdurre regole sui migranti in transito in Austria. Tuttavia dovrebbe essere chiaro che il desiderio di transitare attraverso uno Stato membro per chiedere asilo in un altro Stato membro non è una ragione accettabile per concedere l’ingresso.” 

 

"In secondo luogo – afferma il Commissario Ue – pianificate di applicare un tetto al numero di richieste di asilo che l’Austria è pronta ad accettare, sia un livello annuale che giornaliero. Tale politica sarebbe chiaramente incompatibile con gli obblighi dell’Austria di fronte alla legge Ue e internazionale». «Date queste considerazioni – prosegue il documento – vi sollecito a riconsiderare le misure unilaterali che state proponendo". 

 

Ma l’Austria va avanti per la sua strada. Il cancelliere austriaco e socialdemocratico, Werner Faymann, al suo arrivo al vertice dei capi di Stato e di governo dei Paesi Ue, ha subito risposto con chiarezza: «Non siamo stati egoisti, e non abbiamo detto `Dublino impone a Grecia e Italia di farsi carico del problema´ dei migranti, ma una soluzione per cui l’Austria accolga tutti i rifugiati è inaccettabile». E aggiunge tirando diritto: "Dopo 100mila rifugiati non posso dire agli austriaci che continueremo in questo modo. Adesso spetta all’Ue".

 

Anche Renzi dice la sua: "Mi rendo conto che la situazione in Austria è comprensibilmente molto difficile. C’è un problema. Ma non possiamo pensare di chiudere il Brennero che è uno dei passaggi simbolici dell’Europa". "L’Austria – aggiunge il premier – ha una posizione che è comprensibilmente molto difficile perché, pensate, ha più richiedenti d’asilo dell’Italia in termini assoluti ed è un paese decisamente più piccolo del nostro e meno popoloso. Quindi il tema austriaco esiste. Penso sia necessario fare quello che abbiamo sempre detto, cioè occorre avere una strategia a monte, investimenti di cooperazione internazionale, investimenti nei territori di partenza, in alcuni casi investimenti diplomatici, come in Siria e in Libia, o economici come nel cuore dell’Africa. Mi pare si sia iniziato a capire che il tema non è solo dell’Italia, ma è un tema di tutti: le risposte teoricamente ci sono. Ora – conclude Renzi – vediamo se nella pratica riusciamo a fare un altro passettino in avanti".