Migranti, traffico di esseri umani: 18 arresti in Lombardia
30 Gennaio 2017
È scaduto il tempo di giocare con la vita umana per le decine di trafficanti di esseri umani finiti nel mirino della squadra mobile della Questura di Cremona. Dopo circa due anni di indagini, nell’ambito di una maxi operazione coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, finalmente le diciotto persone coinvolte nel traffico internazionale di migranti sono state arrestate.
In manette molti stranieri provenienti da Egitto, Tunisia e Marocco ma anche diversi italiani. I membri di una grossa banda attiva in questo campo sono stati fermati nel corso della settimana appena conclusa. Cinque uomini, in particolare, sono stati arrestati a Milano, città che secondo gli inquirenti rappresentava il fulcro dell’intera organizzazione criminale. Altri uomini sono invece stati fermati in Francia e in Germania: un mandato di cattura europeo per gli irreperibili.
I dettagli delle operazioni sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa in programma per oggi alle 11 in Questura a Milano alla presenza del Procuratore aggiunto Ilda Boccassini. “Sapevamo che c’erano sbarchi di carne da macello pronta a fare qualsiasi cosa per raggiungere il nord Europa. È come andare al supermercato a prendere la verdura, o pescare le trote in uno stagno predisposto. Dove c’è miseria si inserisce il business del crimine” ha spiegato il procuratore aggiunto.
Ovviamente si sta tentando di speculare a più non posso sulla questione perché riguarda i profughi. E la retorica imperversa. Senza rendersi conto, però, che chi tentata di ostacolare l’immigrazione fa di tutto per evitare anche situazioni del genere. Il procuratore aggiunto della Dda di Milano non usa parole tenere nei confronti dell’organizzazione trasnazionale accusata di immigrazione clandestina. Nel complesso sono 34 le ordinanze di custodia cautelare fatte scattare, e 18 quelle eseguite in Italia.
Nella quasi totalità dei casi gli “accompagnatori” utilizzavano percorsi collaudati e ben conosciuti e nei casi in cui veniva utilizzato il treno per il trasporto, si guardavano bene dal viaggiare con i migranti, ma occupavano carrozze diverse per non essere controllati in loro compagnia.