Milan, Berlusconi vende e diventa presidente onorario
05 Agosto 2016
Dopo l’Inter, anche il Milan finisce sotto il controllo cinese. A 30 anni esatti dalla suo esordio nel mondo del calcio, Silvio Berlusconi passa la mano: il club rossonero è stato venduto a una cordata di cui fanno parte sia imprenditori sia direttamente il governo di Pechino. E’ questa la clamorosa sorpresa dell’operazione che vede la Fininvest cedere il 99,93 per cento del capitale azionario per una cifra pari a 740 milioni.
Ad acquisire il controllo del Milan sarà la Sino-Europe Investment Management Changxing. In sostanza, è la società veicolo che è servita per l’operazione: ne fanno parte, tra gli altri, Haixia Capital, il fondo di stato cinese per lo Sviluppo e gli Investimenti nonché Yonghong Li, manager che ha condotto la trattiva in questi mesi.
Come annunciato nelle ultime settimane, Berlusconi ha ottenuto che fossero inserite nel contratto precise clausole che assicurassero gli investimenti necessari per riportare subito il Mlan a essere competitivo a livello euroepo. Nella nota si legge: “Con l’accordo gli acquirenti si impegnano a compiere importanti interventi di ricapitalizzazione e rafforzamento patrimoniale e finanziario, per un ammontare complessivo di 350 milioni di euro nell’arco di tre anni, di cui 100 miloni da versare al momento del closing”.
A guidare la cordata di imprese cinesi è stato Fu Yixiang, il vicepresidente della Camera di Commercio italo-cinese. Il club rossonero è quello che ha il maggior numero di tifosi in Cina tra le squadre italiane. I nuovi proprietari hanno un doppio obiettivo. Il primo è economico: vogliono fare del Milan una sorta di marchio del made in Italy per operazioni di marketing in Asia, per finanziarne lo sviluppo e rientrare dall’investimento. Il secondo scopo è politico: il governo cinese ha avviato un progetto per rendere obbligatorio il calcio nelle scuole, perché vuole arrivare a essere una nuova potenza nello sport più seguito al mondo.