Milano, nel “covo” di via Gulli trovati documenti di altri islamici
15 Ottobre 2009
di redazione
Non solo nitrato d’ammonio e sostanze chimiche, ma anche documenti di altri islamici. La casa di via Gulli a Milano, dove gli uomini della Digos hanno trovato il materiale col quale è stato confezionato l’ordigno fatto esplodere davanti alla caserma dell’Esercito in piazzale Perrucchetti, probabilmente ospitava altri islamici, oltre ai due libici e all’egiziano già arrestati.
Massimo riserbo dagli investigatori ma si tratterebbe di documenti che riguarderebbero altre persone trovate nell’appartamento-laboratorio. Identità sulle quali gli investigatori in queste ore stanno svolgendo controlli e verifiche. Intanto l’egiziano 52enne accusato di essere uno dei presunti complici di Mohamed Game, 35 anni, il libico che lunedì ha fatto esplodere un ordigno davanti alla caserma. In sede di udienza di convalida del fermo l’avvocato del cinquantenne egiziano ha chiesto per lui gli arresti domiciliari motivando col fatto che “non c’è il pericolo di fuga”. L’egiziano aveva la disponibilità dell’appartamento in Via Gulli dove è stata trovata una grossa quantità di nitrato di ammonio e, si è appreso solo oggi dei documenti appartenenti ad altri islamici.
Stamani in Consiglio dei ministri Maroni ha tenuto una relazione sull’attentato alla caserma ‘Santa Barbara’. Il responsabile del Viminale, raccontano alcuni presenti, avrebbe fatto una disamina dell’accaduto mettendo in guardia dal nuovo volto del fondamentalismo islamico come insegna la storia dell’ingegnere libico Mohamed Game, che avrebbe voluto farsi saltare in aria come un kamikaze. Il terrorismo islamico, dunque, sarebbe stato il ragionamento di Maroni, sarebbe cambiato e si presenterebbe in forme e attività diverse da quelle tradizionali. Da qui la necessità di rafforzare e ampliare i controlli. Il Guardasigilli Alfano, riferiscono fonti ministeriali, avrebbe colto l’occasione per denunciare la vicenda del coordinatore dei giovani del Pd di Vignola (poi dimessosi dal partito), che su Facebook aveva auspicato un colpo di pallottola in testa a Silvio Berlusconi. Un episodio, accolto dal premier senza nessun commento ma allargando le braccia.