Ministro dell’interno perché relativista, relativista perché ministro dell’interno
29 Agosto 2005
di redazione
Dicono che il ministro Pisanu sia un uomo fortunato. Noi crediamo che sia ben di più, crediamo che sia un bravo ministro. Intanto perché si circonda di bravi collaboratori poi perché ottiene risultati importanti. I dati lo dimostrano: meno ingressi clandestini nel nostro Paese, meno crimini, meno omicidi. Anche sul fronte incandescente del terrorismo internazionale Pisanu si è mosso con determinazione e serietà e si è affermato con uno stile di comunicazione asciutto e non enfatico.
Abbiamo anche apprezzato, perché ciò attiene al profilo di un buon ministro dell’interno, il suo tentativo di aprire un dialogo fattivo con l’opposizione e abbiamo compreso finanche il suo sforzo di assumere un linguaggio accettabile per coloro che non sanno liberarsi delle forme del politicamente corretto.
Beppe Pisanu però deve fermarsi qui.
Il suo tentativo di avventurarsi su terreno identitario e dei valori non è convincente e non è utile. Non serve a spianargli la strada verso una carriera repubblicana e non contribuisce al consolidamento di un profilo più saldo della coalizione di centrodestra.
Ai tempi della Dc poteva essere giusto e persino utile alimentare all’interno del partito posizioni diverse, perché in sé la Dc non aveva posizioni. Ma oggi occorre corrispondere alle nuove esigenze del bipolarismo. Su temi di tale importanza bisogna essere netti e alternativi alla parte avversaria. Non si può cincischiare come Pisanu ha fatto nel suo attacco a Marcello Pera e alle posizioni da lui espresse nel Meeting di Rimini. Il bisogno di compiacere il centrosinistra deve trovare un limite invalicabile quando si va alla radice dei problemi più controversi e divisivi della nostra epoca.
E tanto meno si può, da posizioni istituzionali di quel rilievo, far balenare la possibilità di una sponda contro chi – nel centrodestra – avverte più acutamente quel tipo di problemi.
Pisanu deve guardarsi da certi suoi consiglieri o finirà col proclamare: «Ministro dell’interno perché relativista; relativista perché ministro dell’interno».