Minzolini, ti prego, non fare come la Busi!

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Minzolini, ti prego, non fare come la Busi!

14 Dicembre 2011

Augusto Minzolini è stato uno dei migliori cronisti politici degli ultimi vent’anni. E’ passato dalla prima alla seconda repubblica senza perdere un colpo e una fonte: ha giocato dentro e fuori le regole, infiltrandosi nei consessi riservati dei politici, inseguendo in motorino i cortei di autoblù, spacciandosi per qualcun altro con i buttafuori e le guardie del corpo. Il tutto per essere il primo ad avere la notizia, lo scoop, la dichiarazione.

Quando è diventato direttore del Tg1 è riuscito a rimanere se stesso, non si è impaludato, ha giocato anche lì dentro e fuori le regole, ha rischiato in prima persona per fare un telegiornale libero da condizionamenti e senza i soliti fronzoli del politicamente corretto de sinistra.

Ma anche lui sapeva benissimo che la sua direzione corrispondeva a un’epoca politica e che uscito di scena Berlusconi anche la sua presenza in Rai sarebbe volta al termine. D’altronde lo aveva detto: "resto finché resta Berlusconi".

E’ ovvio che il modo in cui si è arrivati alla sua estromissione è offensivo e obliquo: ma questo fa parte della tradizione tutta italiana del potere che Minzolini conosce molto bene e con cui ha giocato la sua partita valutando rischi e vantaggi. Dirigere il Tg1 è come una partita a poker all’ultimo sangue, bisogna avere i nervi saldi, sapere che gli altri bluffano e qualche volta barano, ed esser capaci all’occorenza di fare altrettanto. Quando Minzo si è seduto a quel tavolo lo sapeva: ha giocato la sua partitia con astuzia, fantasia e spregiudicatezza. Ora la partita è finita: può raccogliere le sue fiches e divertirsi su un altro tavolo.

Sarebbe triste che, proprio lui, pretendesse di farla seguitare nelle aule di un tribunale passando dalle carte da poker a quelle bollate.