Missili Corea del Nord, Trump: “Chiara violazione risoluzioni Onu”. E promette: “Ci saranno conseguenze”
07 Marzo 2017
Non ci sono più dubbi: l’ultimo lancio di quattro missili a lunga gittata compiuto dalla Corea del Nord era un test per un attacco contro una base Usa in Giappone. Di fronte all’ennesima provocazione di Kim Jong-un, non si è fatta attendere la riposta del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump secondo cui la Corea del Nord rappresenta una “seria minaccia” e il lancio di missili “una chiara violazione di varie risoluzioni Onu”.
Trump, nei due colloqui separati con il premier giapponese Shinzo Abe e il presidente reggente della Corea del Sud Hwang Kyo-Ahn, ha ribadito la volontà di affrontare di petto la questione nordcoreana “continuando la stretta collaborazione bilaterale e trilaterale per dimostrare alla Corea che ci sono conseguenze severe per le sue azioni provocatorie e di minaccia”, come si legge in una nota della Casa Bianca.
Intanto sono il Giappone ha inviato un aereo nella zona in cui sono precipitati i missili, al fine di recuperarne i resti. In base alle ultime informazioni, pare che i missili abbiano compiuto un tragitto di 1.000 kilometri per poi atterrare nella zona economia esclusiva giapponese.
Le forze armate statunitensi, invece, hanno avviato il dispiegamento di un sistema di difesa anti-missile in Corea del Sud, in stretto coordinamento con le forze armate locali. A renderlo noto è stato il Comando Usa del Pacifico, sottolineando che il cosiddetto sistema Terminal High Altitude Area Defense (Thaad) “contribuisce a una migliore difesa dell’alleanza con Repubblica di Corea contro le minacce missilistiche nordcoreane”.