Misura cautelare per Cosentino. Ghedini: “Contro di lui accuse inconsistenti”
10 Novembre 2009
di redazione
Una richiesta di custodia cautelare in carcere per Nicola Cosentino, sottosegretario all’Economia e (almeno fino a ieri) candidato in pectore del Pdl per le prossime elezioni regionali in Campania, è partita da Napoli alla volta della giunta per le autorizzazioni a procedere di Montecitorio. Immediate le reazioni di alcuni esponenti del Pdl in merito agli ultimi risvolti della vicenda.
“Nicola Cosentino ha sempre svolto con passione ed onestà l’attività politica. Le accuse mosse appaiono tanto più incredibili ed inconsistenti solo ad osservare che da moltissimo tempo sono annunciati, a mezzo stampa, indagini e provvedimenti nei suoi confronti, al solo evidente fine di screditarlo ed impedire una fisiologica ed ottima candidatura alla guida della regione Campania”. Lo afferma l’esponente del Pdl Niccolò Ghedini. “La richiesta di custodia cautelare nei suoi confronti appare, poi, davvero incredibile poiché non è dato comprendere come possano sussistere nei suoi confronti le esigenze previste dal cpp, visti anche i numerosissimi e reiterati annunci in tal senso che si prospettano da mesi. Sicuramente sarà dimostrata l’estraneità e l’inconsistenza delle accuse mosse all’onorevole Cosentino ma, ancora una volta, le oggettive interferenze tra indagini e politica si appalesano in modo conclamato”, conclude Ghedini.
L’annunciato arrivo della richiesta di una misura cautelare da parte della magistratura napoletana, impone al sottosegretario Nicola Cosentino di fare un passo indietro rispetto alla candidatura per la presidenza della regione Campania alle prossime regionali. Lo ha detto in un’intervista al Corriere della Sera il coordinatore del Pdl, Ignazio La Russa. Secondo La Russa l’imminente recapito alla Camera del provvedimento non guasta il clima che precede l’incontro tra Fini e Berlusconi. “Direi di no. Tutto questo era annunciato e, da avvocato e da collega, aggiungo che una richiesta non implica alcuna responsabilità. Tuttavia, ahimè per lui, tutto questo comporterà un passo indietro alle regionali per motivi di opportunità. Ed è meglio che la richiesta sia arrivata ora così lui può concentrarsi sulla sua difesa”.
“La vicenda riguardante Nicola Cosentino andrà ricordata a lungo, perché segna un ulteriore passo nell’imbarbarimento della vita civile e politica del Paese”. È quanto dichiara il portavoce del Pdl Daniele Capezzone. “Per mesi – prosegue – un cittadino, prim’ancora che un esponente politico, è stato oggetto di un vergognoso pestaggio mediatico, nella stragrande maggioranza dei casi senza alcuna possibilità di replica o di difesa. Possibile che nessuno, a sinistra, sembri porsi il problema? Il metodo applicato contro Cosentino può essere replicato contro chiunque. Si dimentica – continua Capezzone – la presunzione di innocenza, e si comincia a colpire l’immagine, l’onore e la reputazione di una persona. È così che si vuole continuare a condurre la lotta politica? È doloroso vedere che anche stavolta i garantisti di sinistra, se ancora esistono, sono rimasti muti e ammanettati”.
La richiesta di custodia cautelare in carcere per Nicola Cosentino è stata firmata dal gip Raffaele Piccirillo, su richiesta dei pm napoletani Alessandro Milita e Giuseppe Narducci, che contesterebbero all’esponente dell’esecutivo il reato di concorso esterno in associazione camorristica, per presunti contatti con esponenti del clan dei Casalesi. La posizione del vice di Tremonti sarebbe stata stralciata da un fascicolo più ampio che riguardava almeno una decina di altri indagati e che avrebbe un’appendice “rosa”. Un nuovo fronte di gossip giudiziario tra appuntamenti a luci rosse e politici di primo piano. Ma al momento l’unico nome eccellente finito sulla graticola è quello del sottosegretario campano.
“A questo punto voglio leggere le carte. Voglio capire da cosa mi devo difendere”. Lo dichiara il sottosegretario all’Economia. Cosentino, coordinatore del Pdl in Campania e considerato in pole position per correre come Governatore alla prossime regionali, quindi, in un colloquio con La Stampa aggiunge: “È complicata la storia, perché la mia candidatura nasce dal territorio. Certo, bisognerà riflettere. Voglio prima capire le accuse che mi vengono contestate”.
Già nel 2008 la procura di Napoli ne aveva richiesto l’arresto, ma in quella occasione il gip aveva respinto. Da allora, però, il lavoro di indagine è andato avanti e al giudice sono giunte integrazioni raccolte dai 2 pm titolari dell’inchiesta. Ai primi 3 collaboratori di giustizia che nelle loro deposizioni avevano cominciato a parlare dell’esponente del Pdl, se ne sono aggiunti altrettanti, l’ultimo dei quali avrebbe fornito agli inquirenti importanti riscontri.