Misure antiterrorismo: sì a passeggeri schedati sui voli europei
15 Aprile 2016
La Plenaria di Strasburgo ha approvato a larga maggioranza, con 461 sì, 179 no, 9 astenuti, una nuova direttiva che prevede di regolare l’utilizzo dei dati del codice di prenotazione, il registro dei passeggeri aerei (PNR, Passenger Name Record), ai fini di prevenzione, accertamento, indagine e azione penale nei confronti dei reati di terrorismo e di reati gravi. L’Europa questa volta prende un’iniziativa vera contro il terrorismo. Le compagnie aeree saranno obbligate a comunicare alle autorità i dati dei passeggeri per tutti i voli provenienti da Paesi terzi verso l’Unione Europea e viceversa.
Antonio Tajani, vicepresidente vicario del Paralmento europeo, spiega: «Si tratta di un grande passo in avanti, una vittoria politica del Ppe e di Forza Italia, un successo ottenuto nonostante le resistenze della sinistra. Forse se fosse stato approvato prima si sarebbe potuto fare di più anche nell’azione di contrasto agli ultimi episodi di terrorismo». Per Fulvio Martusciello(Partito Popolare europeo), ancora: «Si tratta di un atto importante e necessario. Siamo consapevoli che si rinuncia a qualche libertà, ma lo si fa per la nostra sicurezza. Di sicuro si tratta di un grande successo del Ppe».
Elisabetta Gardini (Partito Popolare europeo) punta il dito in maniera esplicita contro “le sinistre europee”: «Hanno sacrificato la possibilità di avere maggiore sicurezza in nome di una strumentale, ideologica e irresponsabile visione della tutela della privacy che oggi, con l’utilizzo di strumenti tecnologici quali le telecamere, la localizzazione dei cellulari e i social appare anacronistica. Ci sono voluti 3 attentati in poco più di un anno – e uno di questi secondo le autorità francesi poteva essere evitato se fosse stato in vigore il PNR – per far capire alle sinistre europee che non c’è spazio per posizioni ideologiche, quando è a rischio la vita dei nostri cittadini». E concludre: «Adesso tocca al premier Renzi e al suo governo rendere operativa nel minor tempo possibile la direttiva e speriamo che il governo passi ai fatti».
Restano, però, da compiere alcuni passaggi. Il prossimo Consiglio Ue dovrà approvare la direttiva. A quel punto, dopo la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, gli Stati Membri avranno al massimo due anni per trasferire la norma nei loro ordinamenti e adottare le misure tecniche e legislative. Non si può escludere, inoltre, che i ministri si accordino per anticipare i tempi. Ma una concreta attuazione sarà possibile sono grazie ad una reale collaborazione tra gli stati dell’Unione.