Modena, la Lorenzin in cerca di una benedizione da San Geminiano
01 Febbraio 2018
Oggi è San Geminiano, e a Modena è festa patronale. Come ogni anno, la comunità locale partecipa alla messa solenne che consacra la devozione della città al Santo che, secondo la tradizione, l’ha protetta dalla furia conquistatrice di Attila lasciando che una nebbia fittissima l’avvolgesse fino a nasconderla.
Coincidenza vuole che la celebrazione di quest’anno sia avvenuta in piena campagna elettorale, cosa che l’ha evidentemente arricchita di volti, scenette e voglia di apparire e sgomitare che ha indignato alcuni e fatto sorridere altri.
“E questi chi sono? Chi li ha mai visti prima?” avrà pensato San Geminiano, da lassù, guardando le prime file. I posti in pole position erano infatti occupati tutti dall’agguerrito gruppetto dei candidati Dem nel collegio di Modena. In prima fila c’era anche il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, arrivata a Modena, elettoralmente parlando, con un “paracadute”.
Esilarante la scena in cui, finita la Messa, senatori e deputati del Pd e dintorni si sono messi in posa proprio lí, ai piedi dell’altare, per farsi immortalare dai fotografi e per stringere la mano ai giornalisti con la speranza di finire sui giornali e di acchiappare qualche voto cattolico. Il ministro della Salute, però, è la stessa persona che non ha mosso un dito quando si approvava la legge sul biotestamento che non prevede l’obiezione di coscienza, e quindi obbliga le strutture sanitarie cattoliche a “staccare la spina” se il paziente lo desidera o se il giudice decide che sia il caso di farlo. E’ la stessa persona che solo quando, a legge approvata, Don Arice ha annunciato che lui, al Cottolengo, la legge non la applicherà, ha balbettato che come ministro cercherà di fare qualcosa (quello che non ha fatto quando era in tempo per modificare la legge), ben sapendo che ormai il danno è fatto e nessuna direttiva ministeriale, nessun trucchetto potrà servire a garantire quei medici che non se la sentono di far morire i pazienti sottraendo loro idratazione e nutrizione.
Lo spot elettorale in chiesa, come il senatore Giovanardi, modenese doc, e abituale frequentatore delle celebrazioni per San Geminiano, ha definito la messa in scena di oggi, deve essere un’attitudine tipica dei renziani. Di esempi, del resto, il segretario del Pd ne ha dati tanti. Memorabile, giusto per citarne uno, il comizio-predica nella basilica paleocristiana di Paestum, durante una delle soste del famoso (e fallimentare) tour con il treno Destinazione Italia.
La Lorenzin dice che la “benedizione di oggi e’ un’opportunita’ per dare il meglio di me stessa, a disposizione di questa citta’. Spero di partire col piede giusto anche dal punto di vista spirituale”. Certo, tutti avranno bisogno di una gran bella benedizione in questa campagna elettorale, ma quella che immaginiamo si addica particolarmente ai renziani della prima e dell’ultima ora è, per dirla con le parole di Crozza, “che il Banco di Santo Spirito sia con voi”.