Modena. Metalmeccanico ghanese chiama il figlio “Silvio Berlusconi”

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Modena. Metalmeccanico ghanese chiama il figlio “Silvio Berlusconi”

23 Marzo 2010

Ha chiamato il proprio figlio "Silvio Berlusconi", per dargli il nome – ha detto – "di un grande capo politico, di cui mi piace tutto e a cui devo il mio permesso di soggiorno". Protagonista della curiosa vicenda di integrazione, pubblicata su Il Resto del Carlino, è Anthony Bohaene, operaio metalmeccanico ghanese di 36 anni che vive a Modena.

In Africa, con il nome di B.Brown, Bohane era apprezzato cantante di "hip-life", genere a metà tra musica religiosa e hip-hop, molto diffuso tra le comunità ghanesi in Finlandia, Danimarca, Germania, Francia. In Italia è giunto nel 2002, e dopo due anni vissuti a Palermo si è stabilito a Modena con i due figli più grandi: Nanama, 16 anni, e Isaac, otto. Da un mese lo ha raggiunto anche il più piccolo, di 5 anni.

Quando è stato il momento di registrarlo all’anagrafe, Bohaene non ha avuto esitazioni e lo ha chiamato "Silvio Berlusconi". Senza, pare, che nessuna osservazione gli sia stata fatta dall’ufficiale comunale. L’omonimo del premier è un bel bambino di colore di 5 anni con una cosa in comune col Cavaliere: la passione per il Milan.

"Per il mio Silvio Berlusconi sogno un futuro da presidente. Del Ghana o dell’Italia. Voglio che studi politica, che sia una persona preparata", afferma l’uomo. Lui invece non è più B. Brown, è solo Anthony: "Per vivere lavoro da 6 anni come metalmeccanico. La musica può aspettare, ora non ho tempo, ci sono i miei figli".

Bohaene afferma invece di non conoscere Bersani e spiega che "il premier mi piace come persona, come si muove, anche se di politica non mi intendo molto”. E sul giro di vite del governo sull’immigrazione, il ghanese semplicemente risponde: "Va bene, le leggi vanno rispettate e basta, in ogni paese è così". Fra 3 anni potrà diventare cittadino italiano. Inutile chiedergli per chi voterà. "Per Berlusconi, di sicuro". E un giorno, sorride, potrà votare anche il suo piccolo Silvio.