Moderati e liberali, Quagliariello: “Serve una federazione unita da una visione comune di Paese”
05 Dicembre 2021
“I partiti si fondano sulle idee e sulle competenze. E’ una elementare realtà a lungo denigrata e che oggi sta però tornando in auge, come il fatto che la politica sia l’arte di creare il possibile e non l’impossibile. Bisogna cogliere questa inversione di tendenza unendo realismo e fantasia”. Lo ha detto il senatore Gaetano Quagliariello, vicepresidente di Coraggio Italia, intervenendo oggi a Modena a un evento promosso al ristorante Vinicio, dai Popolari Liberali di Carlo Giovanardi. Un evento dal titolo “Il ruolo dell’area popolare, liberale di ispirazione cristiana nel centrodestra”, che ha visto il confronto aperto tra esponenti di Forza Italia, Cambiamo, Idea, Coraggio Italia, Popolo della Famiglia con Eugenia Roccella, lo stesso Quagliariello, Maurizio Gasparri e Mario Adinolfi al tavolo dei relatori. Una due giorni che era iniziata ieri con la presentazione del libro di Francesco Agnoli “Alcide De Gasperi, vita e pensiero di un antifascista che sconfisse la sinistra”.
Intervista di Gianni Galeotti
“Oggi l’obiettivo massimo a cui si può e si deve aspirare – ha aggiunto Quagliariello – è mettere assieme le esperienze che con accenti diversi si muovono nello stesso spazio valoriale, iniziando dal Parlamento. Per affrontare assieme scadenze contingenti ma fondamentali e per iniziare un confronto al fine di radicare una visione nel Paese, per non limitarsi a gestire l’esistente”.
“Per unire un’area politica bisogna mettere al centro i principi che vengono declinati con accenti differenti, noi rappresentiamo il centro del centrodestra, ci sono altre forze di centro e altre del centro del centrosinistra che ora hanno rotto con la sinistra – ha detto ancora il senatore -. Tutta questa galassia ha gli stessi obiettivi contingenti a cominciare dal determinare una elezione del Capo dello Stato che non faccia perdere all’Italia il vantaggio acquisito in questo ultimo anno. Ricordo che la stessa Merkel ha affermato che vorrebbe che la Germania oggi fosse come l’Italia, una affermazione impensabile quando Casalino solcava i pavimenti di palazzo Chigi. E poi penso a obiettivi a più lunga scadenza come la necessità di frenare la spinta inflazionistica che rischia di annullare i vantaggi che le persone potrebbero avere dai finanziamenti in arrivo. Cerchiamo dunque di fare una grande federazione che possa poi radicarsi nel Paese. Questo è l’obiettivo al di là delle esperienze passate”.
E Berlusconi potrebbe ancora essere il federatore di questa realtà? “Non credo abbia voglia di svolgere questo ruolo – ha chiuso Quagliariello -. Partiamo dalla identità e non dalle persone. La leadership di un partito moderato e liberale non può essere la leadership di un partito pluralista”.
E infine il tema legato al ruolo di Renzi. “Renzi ha chiuso con la sinistra e coi grillini e oggi rappresenta uno di questi fiumi che va nello stesso mare, ma non è lui il mare. Mi sono opposto a Renzi quando aveva il 40%, non metto dunque alcuna preclusione ora che non ha più quel consenso”.
“Coesione e non frammentazione per far vincere i valori del centrodestra. Di fronte all’attacco alla famiglia, alle proposte su eutanasia e droghe legali occorre unirsi ma evitando che ciascuno fondi un soggetto politico che raccolga pochi consensi e avanzi pretese sproporzionate – ha affermato invece il senatore di Fi, Maurizio Gasparri -. Berlusconi e FI possono e devono essere punto di riferimento attivo di un processo di aggregazione dei moderati, dei cattolici, dei liberali del centrodestra. Con troppi gruppi e gruppetti si rischia il frazionismo, anticamera della sconfitta”.