Mondadori. Marina Berlusconi: “Accuse strumentali”
10 Settembre 2010
di redazione
Non c’è stato un fisco ‘ad personam’ con l’utilizzo da parte di Mondadori di una legge con cui ha chiuso un contenzioso fiscale di centinaia di milioni che durava da vent’anni. Negli ultimi tempi la casa editrice è stata oggetto di attacchi condotti "in modo strumentale" con "obiettivi politici". È la presidente di Mondadori Marina Berlusconi a respingere, in una intervista al Corriere della Sera, le accuse di questo tenore.
Con l’uso della legge in questione, spiega, "chiudiamo un contenzioso fiscale che ci trasciniamo dietro da vent’anni", afferma. "E questo nonostante ben due sentenze, di primo e secondo grado, ci abbiano dato ragione sancendo la totale correttezza dei nostri comportamenti", sottolinea Marina Berlusconi. Quindi nessuno provvedimento ‘ad aziendam’, "Il latinismo è orribile, ma visto che lo usano tutti lo faccio anche io: non legge ad aziendam, ma ad aziendas, perchè è una norma – prosegue – che restituisce certezze a tutto il sistema delle imprese. Se le leggi, come in questo caso, sono sacrosante, che cosa si vorrebbe, che le nostre aziende non le utilizzassero solo perchè fanno capo alla famiglia Berlusconi? Questo sì che è il vero conflitto di interesse, quello all’incontrario. Ma lo sanno che il nostro gruppo negli ultimi 15 anni ha pagato 2,2 milioni di euro al giorno, dico al giorno, fra imposte e contributi?".
Del resto nella polemica che ha intrecciato questioni etiche, morali, politiche "tutti – rileva – si sono trovati d’accordo su un punto: Mondadori è un gruppo editoriale libero, fatto di grandi professionisti, che ha il rispetto più assoluto della libertà di espressione dei suoi autori, che non ha mai censurato una parola a nessuno". Del resto, spiega, "controlliamo la principale casa editrice italiana da vent’anni. E davvero qualcuno può credere che in questi vent’anni, scendendo ogni mattina in trincea, elmetto in testa, in Mondadori abbiano dovuto difendere giorno dopo giorno la propria autonomia, i propri principi contro l’invadenza del padrone-censore? Ma andiamo! Basta conoscere un poco le cose di Segrate per sapere che questa è una barzelletta, per non dire di peggio".
Quanto ai "turbamenti interiori del professor Mancuso mi pare – afferma – che la Mondadori abbia già detto quello che c’era da dire. E non solo la Mondadori. Certe sue affermazioni, devo confessarlo senza offesa per nessuno, mi hanno comunque ricordato di quando, io ero una bambina, c’era chi non voleva più bere la Coca Cola per boicottare quei guerrafondai degli americani". Dello scrittore, prosegue Marina Berlusconi, "mi ha anche molto colpito il suo eroismo a tassametro: sono l’unico che ha il coraggio della coerenza, ma non c’è fretta, anche la coerenza può attendere, prima di scendere voglio finire la corsa, consegnare l’ultimo libro a Mondadori". A dare il ‘la’ alla polemica, afferma ancora, è stato il quotidiano Repubblica.
"Molti le sono andati dietro. Ma sarebbe da ingenui – prosegue Marina Berlusconi – non vedere che il tutto è stato utilizzato per l’ennesimo attacco politico, e da un quotidiano che in fatto di editoria pluralista e liberale, secondo me, ha ben poco da insegnare". A suo giudizio infatti "l’ingegner De Benedetti predica bene ma razzola male, anzi malissimo". Si presenta "come il paladino della libertà di stampa, il campione dell’informazione senza bavaglio, e poi abbiamo visto tutti come Repubblica, pochi giorni fa, ha dato la notizia delle sanzioni Consob per l’insider trading in famiglia: ricordava la Pravda dei tempi d’oro".