Mondiali. Spagna batte Olanda ed è campione del mondo per la prima volta

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Mondiali. Spagna batte Olanda ed è campione del mondo per la prima volta

11 Luglio 2010

Un boato indescrivibile, liberatorio, costato 120 minuti di pura sofferenza: il gol di Iniesta toglie il tappo a tutto il tifo di Spagna e parte all’unisono il grido "Campeoooones, campeoooones". È il coro trattenuto da generazioni che grida ci siamo anche noi, siamo "campeones del mundo". È sfrenata, delirante e liberatoria la ‘fiesta’ scoppiata nel Paseo de Recoletos di Madrid, dove più di 250 mila persone si erano date appuntamento per seguire assieme la Roja, stretti con gli amici e soverchiati da un caldo torrido fino al brivido finale.

La felicità è scoppiata ancora più forte per una vittoria che tutti si aspettavano, ma non credevano così difficile. "Que viva Espana", si canta ovunque: è follia pura, la gente non sa cosa fare, salta, urla, canta, volano i petardi e volano acqua e birra da tutte le parti. È una vera scarica di adrenalina arrivata dopo 90 minuti di sofferenza e due tempi supplementari mozzafiato chiusi dal genio di Iniesta. Anche a Barcellona si inchinano al giocatore del Barca le migliaia di persone radunate di fronte al primo schermo gigante piazzato dal Comune nel capoluogo catalano per la ‘Seleccion espanola’. "Inieeeeesta, Inieeeeesta, Inieeesta", urlano senza sosta migliaia di tifosi, ma sono tanti anche i cori di "que viva Espana".

Il primo titolo di Campioni del Mondo conquistato in 80 anni di competizioni mondiali unisce tutta la Spagna e scatena il delirio in tutto il paese, dalla Galizia all’Andalusia, dalle Canarie ai Paesi Baschi. A Siviglia si canta "We are the Champions", e ripartono gli urli quando Casillas alza la coppa ceduta dal capitano dell’Italia Fabio Cannavaro, che la levò al cielo a Berlino 2006. I supplementari sono costati quasi l’infarto a molti tifosi. "Estoy atacada, non puedo mas (sono agitatissima, non ce la faccio più)", assicurava Elena, una trentina d’anni, a Madrid assieme a due sue amiche, con gli occhi lucidi dopo la fine del primo tempo dei supplementari. Le grida di "a la calle" (fuori!) erano scoppiate come come un boato sull’espulsione di Heitinga, come se fosse una premonizione del gol di Iniesta. Prima erano state ovazioni per "el Nino Torres" quando Del Bosque decide di metterlo in campo al posto di Villa.

Sono stati 120 minuti di adrenalina pura. Non c’era tregua per i tifosi. "Bisogna tirare fuori le spade per dargliele a questi olandesi", diceva Juan, a metà del primo tempo dei supplementari. La fine dei 90 minuti regolamentari aveva scoraggiato i migliaia di tifosi che sembravano dare per scontata la vittoria. Come "premono" commentavano i tifosi, che si continuavano a lamentare della fallosità degli olandesi. "Ademas protestan (e in più protestano)", era il commento più diffuso tra gli aficionados. Dopo alcuni minuti però gli animi si sono riscaldati di nuovo al grido di guerra di «a por ellos ho ho, a por ellos, he he, a por ellos olè, olè (avanti, andiamo a prenderli)». E la convinzione, la perseveranza e il tiro di Iniesta hanno aperto le porte del paradiso a un paese che aspettava questa festa da decenni.

La festa dell’Olanda finisce alle 22.55 di domenica 11 luglio 2010. È il momento del gol di Iniesta, quello che dà la Coppa del Mondo alla Spagna e condanna il popolo in arancione ad ingoiare un’altra delusione mondiale. È la terza per i padri, la prima per i figli. La marea arancione che ha riempito oltre ogni possibile immaginazione le piazze dell’intero paese, ammutolisce. È un silenzio assordante, quello che piomba nelle strade di Amsterdam e sul milione di persone che si aggira per le sue strade. I quasi duecentomila stipati nel Museumplein, la spianata dei musei, tacciono. È a cinque minuti dalla fine dei tempi supplementari che l’Olanda si scopre di nuovo perdente. Al gol che dà la Coppa del Mondo della Spagna il popolo ha urlato per un solo attimo. Si preparava a soffrire per i calci di rigore.

Invece è stato come se qualcuno avesse acceso la luce nel momento più bello di un party. Migliaia di mani salgono a coprirsi gli occhi. Qualcuno dà in escandescenze, perchè poco prima l’arbitro non ha visto un corner per gli oranje. Pochi lasciano vedere che piangono. La speranza di fare festa tutti insieme, aggrappati ai megaschermi nelle piazze e ai televisori al plasma nelle case è durata due ore e 25′: 145 minuti punteggiati di apnee per le occasioni mangiate da Robben, di urla per quelle fallite da Iniesta. C’è rassegnazione tra la gente. La festa promessa si scioglie in qualche lacrima e tanta voglia di consolarsi. La squadra tornerà martedì e farà comunque la sua parata sui canali di Amsterdam. C’è da immaginare che saranno in tanti a ringraziarli comunque. Non c’è rabbia, a parte quella da fumi da alcool nei dintorni della Museumplein. È una notte triste, quella dell’Olanda.

Ecco le pagelle. STEKELEMBURG 6: ci mette un paio di pezze, è apparso in crescita, ma niente ha potuto sul gol. VAN DER WEIL 6,5: spinge ed è attento in copertura, sarà un protagonista del futuro. HEITINGA 5: soffre le incursioni di Villa, è un pò impreciso e rischia anche l’errore decisivo. Il suo secondo giallo lascia l’Olanda in dieci nel finale. MATHIJSEN 6: più attento e ordinato del compagno di reparto e sbaglia poco. Un paio di errori li fa sotto porta, ma non è il suo mestiere. VAN BRONCKHORST 6,5: Capitano coraggioso guida l’assalto finchè Navas non lo costringe agli straordinari in difesa. Dove però porta solidità e sicurezza a tutto il reparto (15′ pts Braafheid sv). VAN BOMMEL 5: In un Olanda di giocolieri è quello brutto e cattivo. Picchia come un fabbro, Webb lo grazia in più di un’occasione. DE JONG 6: qualche colpo proibito lo dà anche lui, ma porta un pò più di equilibrio (9′ pts VAN DER VAART 5: entra ma non lascia tracce, sul gol della Spagna si perde Iniesta) ROBBEN 6,5: È quello più in vena, sue molte delle occasioni più brillanti, anche se si fa ipnotizzare un paio di volte da Casillas. Errori di presunzione SNEIJDER 6: Non è ispirato come al solito, ma le occasioni più pericolose le pensa sempre lui. A tempo perso dà una mano anche in difesa KUYT 6: lavoratore infaticabile, si sacrifica quando Sergio Ramos spinge. Tanti chilometri, manca un pò di lucidità. (26′ st ELIA 5: tante finte e poco costrutto). VAN PERSIE 5: È nervoso e sconclusionato, non fa quasi mai dà punto di riferimento. Corona un mondiale in ombra. VAN MARWIJK 6: Ha portato l’Olanda alle soglie del paradiso, si è arreso a quattro minuti dalla fine alla squadra che, per sua stessa ammissione, gioca il miglior calcio del mondo. Da sconosciuto mestierante della panchina è diventato protagonista internazionale.

SPAGNA CASILLAS 7: Decisivo in due occasioni su Robben lanciato a rete. L’onore di alzare al cielo la prima coppa del mondo della Spagna se lo è guadagnato con una grande carriera, un mondiale da protagonista ed una finale in cui è stato decisivo. SERGIO RAMOS 7: non si tira mai indietro e spinge come un matto. Pericolosissimo di testa un paio di volte in zona gol. PIQUE 6: Sente più degli altri la partita, si fa sorprendere dal lancio di Sneijder che manda Robben in porta. PUYOL 6,5: Impetuoso e massiccio, cancella Van Persie con le buone e con le cattive e quando salta nell’altra area fa sempre paura. CAPDEVILLA 6: Robben lo manda al manicomio e ne limita il contributo offensivo. Fa quel che può. BUSQUETS 6,5: Nello scacchiere di Del Bosque è il più oscuro, ma il suo è un lavoro prezioso perchè spezza i ritmi e allenta la pressione degli avversari. XABI ALONSO 5: intrappolato fra i picchiatori e gli artisti olandesi, troppo spesso gira a vuoto. (42′ st FABREGAS 7: porta idee e pericolosità, allenta un pò il freno in copertura, ma sono suoi l’intuizione e l’assist che portano al gol). INIESTA 8,5: sembra che sia ovunque, in ogni azione c’è lui in mezzo. Alti e bassi nei primi novanta minuti, ma quando cambia marcia è un pericolo. E a quattro minuti dalla fine sbuca dal niente e regala alla Spagna il sogno mondiale, coronando un grande torneo. XAVI 7,5: Padrone del centrocampo, gran maestro di cerimonie, è bello da vedere e rende la vita più semplice ai compagni. PEDRO 5: Inconcludente e presuntuoso, non si inserisce nella manovra, non fa la spalla a Villa e non incide. (15′ st NAVAS 6,5 si impossessa della fascia destra e porta soluzioni nuove alla Spagna). VILLA 6,5: tira, ci prova e ci crede sempre. Da solo fa reparto e tiene sulla corda una difesa intera. Gli manca il gol che avrebbe coronato il mondiale. (1′ sts TORRES 6: mette il piede nell’azione del gol. Tutto sommato può bastare.) DEL BOSQUE 8,5: a colpi di unoazero ha vinto il mondiale. La sua squadra non sbaglia niente in difesa e quando si mette a palleggiare prima o poi il gol lo trova sempre. Ha usato al meglio il materiale umano a sua disposizione ed entra, con umiltà, nella storia del calcio spagnolo. ARBITRO WEBB 6,5: con il pugno di ferro (13 ammoniti e un espulso) controlla una partita molto fisica, senza farla diventare nervosa e senza orientarla.