Monito Bce: “Italia, o misure correttive o procedura di infrazione”. Padoan “Manovra dopo il Def”

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Monito Bce: “Italia, o misure correttive o procedura di infrazione”. Padoan “Manovra dopo il Def”

21 Marzo 2017

“Se l’Italia non apporterà le ambiziose misure correttive di bilancio richieste dalla Commissione europea entro aprile, verrà attivata a maggio la procedura di infrazione”. Parola della Banca Centrale Europea che, nella nota di anticipazione del Bollettino economico, ha ricordato che Italia, Portogallo e Cipro sono i tre Paesi con “squilibri eccessivi” di bilancio e che la Commissione Ue, che ha chiesto loro “misure particolarmente ambiziose”, si appresta a condurre “una specifica missione di monitoraggio adeguata alla gravità dello squilibrio”.

Ma non è l’unica frecciatina di Francoforte nei confronti del governo italiano. La Bce ricorda, infatti, che il numero di paesi con squilibri eccessivi negli anni non è diminuito, osservando però che mentre Spagna e Slovenia sono uscite dalla categoria dei Paesi sotto osservazione, “l’Italia vi è ora inclusa per il quarto anno” consecutivo. Tradotto: Italia, niente scherzi. O fai la manovra oppure scatta la procedura. 

Immediata la replica del ministro Padoan che si è affrettato a rassicurare la Bce e i colleghi europei. “La manovra sarà presentata parallelamente al Def. In quanto tale questa non è parte del Def, ecco perché sarà presentata attorno al Def, magari qualche giorno dopo” ha dichiarato il ministro dell’Economia. E a chi gli chiedeva conferma se l’Italia rispetterà quindi l’impegno preso con Bruxelles di approvare la manovra e chiudere l’operazione entro il 30 aprile, Padoan ha risposto: “Assolutamente”. 

E non può essere altrimenti. Ora che Renzi ha vinto la partita delle nomine dei vertici delle principali società partecipate dello Stato, pare che abbia smesso di mettere i bastoni tra le ruote a Padoan & Co. sulle misure da intraprendere per varare la “manovrina”. Ecco perché il ministro si sente finalmente più libero di dire che “gli impegni verranno rispettati”. Almeno fino al prossimo diktat renziano.