Mons. Betori: preoccupati per il testamento biologico
03 Aprile 2007
di redazione
Il segretario generale della Cei, monsignor Giuseppe Betori, ribadisce l’allarme dei vescovi italiani che un disegno di legge sulla dichiarazione anticipata di trattamento possa introdurre “pratiche omissive e pratiche eutanasiche”. L’occasione per parlarne è stata la presentazione del Comunicato finale del consiglio permanente della Cei, svoltosi la scorsa settimana.
Monsignor Betori ha precisato che il Consiglio ”non ha parlato né di testamento biologico né di dichiarazione anticipata di trattamento”. Tuttavia, ”in precedenti incontri – ha ricordato – avevamo espresso preoccupazione” sulla eventuale ”deriva eutanasica di fatto”, che già si è verificata in ”altri paesi europei ed extraeuropei”. Il timore della Cei è ”la non distinzione tra pratiche mediche e eutanasiche e cure del paziente”: se si considera per esempio l’alimentazione o la respirazione cura della persona, ”si apre la strada all’eutanasia”. Il segretario della Cei ha osservato che c’è anche ”il problema molto complesso del rapporto medico-paziente e della autonomia del medico: la volontà del paziente non può imporsi sul medico, e restano interrogativi sull’intraprendere questa strada”.