Monsignor Forte richiama i politici al loro dovere di governanti

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Monsignor Forte richiama i politici al loro dovere di governanti

09 Gennaio 2012

Stimolare riflessioni su temi socio-politici di grande attualità e soffermare responsabilmente l’attenzione sulle problematiche presenti sul territorio della diocesi Chieti-Vasto. Questo l’intento dell’arcivescovo Bruno Forte in occasione dell’appuntamento annuale col mondo della politica locale nel corso del quale sono stati messi in luce quattro temi di rilievo: lavoro, ambiente, sanità e giovani.

Problemi ricorrenti negli anni, nei confronti dei quali – secondo il Monsignore – a dispetto del tempo trascorso, non si riesce ancora a scorgere soluzioni possibili. Agli amministratori degli enti locali Forte ha rivolto parole dure e taglienti. A suo avviso, i giorni della più grande crisi economica post-bellica sarebbero caratterizzati da una  “mancanza di risposte necessarie ed urgenti”. L’esortazione ad una più attenta riflessione sul bene comune e la proposta di una“visione alta”con capacità di prospettiva proiettata al di là dell’ordinaria contingenza, focalizzata meno sul consenso immediato e più sulle crescenti esigenze della popolazione, il giusto approccio ai problemi.

Affrontando il capitolo “lavoro”e le sue problematiche, Forte richiama l’attenzione sulla piaga della disoccupazione che colpisce lavoratori di mezza età ed in particolare i giovani, evidenziando come “fino al 2009 le mense della Caritas erano frequentate solo da immigrati, mentre oggi si riempiono di cittadini senza reddito, gente che ha perso il lavoro, operai che chiedono aiuto”. Nota di allarmismoper le“morti bianche”, per la sicurezza sul lavoro e riferimento all’opzione di emulare il modello tedesco per ottimizzare il rapporto formazione-lavoro. Ma in un quadro nazionale complessivamente problematico, in balia di una situazione economica dalla difficile soluzione, l’Abruzzo si è dimostrato attento e responsabile nei confronti delle giovani generazioni, rispondendo con impegno e determinazione alla “febbre”della disoccupazione giovanile. L

a terapia d’urto è stata una politica incisiva,volta ad incentivare una formazione professionale modulata sulle esigenze del mercato occupazionale e ad incoraggiare l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro con programmi ed incentivi finanziari che, come confermato da dati e statistiche recenti, stanno raccogliendo i frutti. “Obiettivo giovani Abruzzo” e  “Lavorare in Abruzzo", questi alcuni degli interventi focalizzati su lavoro e formazione di giovani e donne, le frange più fragili della società. Non sono mancate da parte dell’arcivescovo considerazioni sulla sfera della sanità. “La sanità va fatta per aiutare i più deboli con grande attenzione al sociale. Non dobbiamo distruggere lo stato sociale”.

La strategia sanitaria messa in atto dalla regione dal piano di rientro alle proiezioni future per lo sviluppo dimostra un occhio particolarmente vigile ed attento al sociale, per conseguire un miglioramento del livello assistenziale in sanità, tenendo fede ad esigenze ed aspettative dei cittadini-pazienti ed ottimizzando le risorse esistenti senza costi aggiuntivi per i contribuenti, dato non trascurabile in un momento storico come quello attuale. Passando al terzo tema, l’ambiente, il Monsignore ha dichiarato“drammatico il problema dei rifiuti”sostenendo la necessità di “servire l’ambiente con ciò che è logico fare perché l’Abruzzo, meravigliosa oasi verde, è sempre più a rischio”.

Ma la politica regionale non si è affatto dimostrata immune alle logiche da "pollice verde" della salvaguardia ambientale, ha anzi palesato proprio di recente la volontà di ridisegnare la governance regionale per una gestione più efficiente e responsabile dei rifiuti, riconoscendo l’importanza di seguire la via dell’eco-sostenibilità tracciata sul piano europeo in materia di rifiuti,di energia rinnovabile ed anche nel comparto del turismo, settori che esercitano un forte impatto sull’ecosistema ambientale regionale.

A ciascuno il suo,che la politica si occupi,come sta già responsabilmente facendo,della res pubblica e delle esigenze terrene e che la chiesa continui ad assolvere la sua missione pastorale di guida spirituale perché,nonostante i tempi siano cambiati,prerogative e suddivisione di ruoli e compiti devono restare saldi.