Monti chiuso a Palazzo Chigi da 7 ore: si tratta a oltranza sulle liberalizzazioni
20 Gennaio 2012
Sette ore. Consiglio dei ministri-fiume, con dietrofront sui taxi e farmacie. Dalla versione numero uno della bozza scompare l’Autorità delle reti e tornano i Comuni per il rilascio delle licenze. Poi, si cambia di nuovo e tutto torna come prima. Walzer liberalizzazioni a Palazzo Chigi.
Una riunione andata avanti per buona parte del pomeriggio. Ore e ore sulle bozze che vanno e vengono. Tensione alle stelle, auto bianche sempre più sul piede di guerra perché stando all’ultima versione del decreto le richieste della categoria non sarebbero state accolte. Napolitano difende il provvedimento che ieri Monti gli ha illustrato al Quirinale considerandolo “corposo e incisivo” , capace di incidere “sulle liberalizzazioni e sulle infrastrutture”. Dopo il giro di colloqui con i vertici dei partiti, il capo dello Stato ha informato i presidenti delle Camere. Dalle forze politiche è arrivata la conferma di un sostegno leale ma non a scatola chiusa. In altre parole, nessuna cambiale in bianco firmata a Monti.
Vale per Bersani e vale per Alfano che partecipando a un convegno del Pdl (gruppo parlamentare) a Montecitorio sull’abbattimento del debito non ha mancato di osservare che “più forti ed ampie saranno le liberalizzazioni del governo e più il governo otterrà il nostro sostegno”. E su eventuali modifiche durante l’iter parlamentare del decreto, il segretario del Pdl ha sottolineato che il metodo per il varo della manovra in Parlamento è quello da seguire perché “già in occasione della manovra il Parlamento è intervenuto e alla fine il testo è stato migliorato. Noi abbiamo ottenuto buoni risultati nella manovra e lo faremo anche per questo decreto”. Da Milano Berlusconi ha confermato: “’Abbiamo avuti diversi incontri con il governo e siamo intervenuti affinchè molte cose fossero modificate, adesso avremo anche la possibilità di modificarne altre che ci appaiono non realmente fattori di sviluppo e di crescita durante il percorso di approvazione in Parlamento”.
Ma cosa è successo nell’arco di poche ore? Ministri divisi? Trattative complicate e a oltranza con le categorie? Più probabile la seconda opzione, resta il fatto che secondo la prima versione del dl liberalizzazioni la competenza sul rilascio delle licenze dei taxi resta in capo ai Comuni (come chiedevano gli stessi taxisti), anziché all’Autorità delle reti come invece previsto in una bozza precedente. In pratica, i Comuni adeguano i regolamenti di esercizio del servizio taxi calibrandoli su un’offerta che tiene conto di tariffe e qualità delle prestazioni in rapporto ai diversi contesti urbani (soprattutto per le città metropolitane) , secondo criteri di ragionevolezza e proporzionalità. L’obiettivo è garantire il diritto di mobilità degli utenti. A metà pomeriggio la versione cambia nuovamente e si torna a quella originaria con l’Autorità delle reti che si occuperà anche di trasporti).
Per quanto riguarda l’altro tema caldo, quello delle farmacie, il governo ha deciso che i farmaci di fascia C, cioè con obbligo di ricetta ma completamente a carico del cittadino, si potranno vendere solo nelle farmacie, come accade attualmente. Nella nuova bozza, infatti, è sparito il passaggio in cui si prevedeva, nelle regioni che entro marzo 2013 non avessero provveduto ad aumentare il numero di farmacie portandole alla quota di una ogni 3.000 abitanti, la possibilità di vendere i farmaci di fascia C anche nelle parafarmacie e nei supermercati.
Benzinai, taxisti e farmacisti. Ma c’è un’altra categoria sul piede di guerra che ha già annunciato un calendario di proteste: gli avvocati. Due giorni di sciopero a febbraio, il 23 e il 24, e una settimana di astensione dal lavoro a inizio di marzo; sit-in davanti a Palazzo Chigi, Camera e Senato e occupazione simbolica degli uffici giudiziari. Durissimo il giudizio del presidente dell’Organismo unitario dell’avvocatura Maurizio De Tilla secondo il quale “La giustizia è un bene pubblico che contrasta con le liberalizzazioni selvagge della professione forense che puntano alla rottamazione del processo civile. Le manovre economiche e gli interventi legislativi hanno disintegrato il diritto di difesa dei cittadini”. Di qui la decisione di programmare quattordici iniziative (compreso lo sciopero) attraverso le quali “gli avvocati intendono opporsi alle scriteriate liberalizzazioni che ledono il lavoro autonomo non perseguendo i reali responsabili della crisi economica e di un debito pubblico insostenibile”. Una corsa a ostacoli per Monti che deve chiudere il dossier in tempi rapidi, con un occhio rivolto ai mercati e l’altro alla Merkel.