Monti non garantisce per il futuro dell’Italia. Chi garantisce per il Kuwait?

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Monti non garantisce per il futuro dell’Italia. Chi garantisce per il Kuwait?

18 Novembre 2012

"Non posso garantire per il futuro dell’Italia", ha detto il premier Mario Monti a chi in conferenza stampa gli chiedeva se e quali garanzie avesse dato agli emiri del Kuwait sul futuro del nostro Paese. Va bene che i "tecnici" si occupano prevalentemente di "asset, equities e real estate", protagonisti assoluti dell’incontro a Kuwait City.

Va bene che in Italia "c’è bisogno di capitali per la crescita" e che gli emiri, vecchi alleati dell’Occidente dall’invasione irachena del ’90, sono investitori da coccolare e persuadere. Hanno dato il voto alle donne nel 2005, si sono aperti al mondo con il turismo e vantano un benessere invidiabile nell’area. Ma quali garanzie possa dare all’Italia un Paese in cui il parlamento è stato sospeso da Casa Sabah (non è la prima volta che accade) che lo governa ininterrottamente da 25o anni, dove il sistema politico è paralizzato per paura delle "primavere arabe" e del revival islamista, dove l’emiro è figura "immune e inviolabile" per Costituzione e chi lo critica finisce in galera (il caso Al-Barrak), questo Monti non l’ha spiegato in conferenza stampa, né avrebbe potuto.

Sappiamo che dopo la parentesi dei tecnici in Italia torneranno a governare dei rappresentati eletti democraticamente dal popolo. Speriamo che avvenga la stessa cosa anche nella monarchia costituzionale del Kuwait.