Monti o non Monti, Sarkozy e Merkel continuano a dettar legge in Europa

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Monti o non Monti, Sarkozy e Merkel continuano a dettar legge in Europa

11 Gennaio 2012

A soli due mesi dall’insediamento di Mario Monti a premier, il refrain degli anti-berlusconiani sul rientro dell’Italia nel circolo dei ‘grandi d’Europa’ sembra già esser svanito. L’uscita dell’altro ieri di Sarkozy, al margine dell’incontro tra il presidente francese e la cancelliera tedesca a Berlino dal tono ‘senza Parigi e Berlino, l’Europa non va da nessuna parte’ è più di un chiaro messaggio all’Europa – e al mondo se vi pare – sulla disponibilità di Francia (e della Germania?) di uscire dal tandem a due.

L’asse franco-tedesco insomma decide e gli altri prendono appunti e fanno i compiti, con buona pace del premier inglese David Cameron che cerca di resistere ai ‘mostro bicefalo’ Merkozy. Quanto all’Italia sembrano sono già finiti i tempi delle manifestazioni di disponibilità franco-tedesca a triangoleggiare tra Parigi, Roma e Berlino in merito alle decisioni continentali dell’Europa.

Lo spirito di Strasburgo, quello del summit franco-tedesco-italiano dello scorso 28 Novembre – e che si riproporrà nella sua scenica rappresentazione dei tre podi il prossimo 20 Gennaio a Roma – non sembra incastrarsi bene con le esigenze elettorali di Nicolas Sarkozy, il quale il prossimo 26 Aprile andrà alle elezioni presidenziali per difendere il suo bilancio di governo di fronte ai francesi.

Come già accaduto in occasione dell’approvazione referendaria della Convenzione Europea, la politica francese tenta d’imporre le proprie scadenze e i propri riti all’Europa. Lo stesso scenario si ripresenta oggi sulla famigerata possibilità che una tassa alla Tobin – un prelievo fiscale sulle transazioni finanziarie – veda la luce del sole sul continente europeo .

Messa nell’agenda già durante il drammatico Consiglio Europeo dello scorso 8-9 Dicembre 2011 – quello dello strappo britannico di Cameron contrario a che l’industria finanziaria londinese finisse con l’essere penalizzata da scelte imposte dall’esterno – Sarkozy vuole fare della tassa alla Tobin la sua bandiera elettorale contro gli eccessi della finanza per sottrarre un argomento all’opposizione socialista in testa nei sondaggi. 

Il Sarkozy-pensiero, però, non è sempre stato così apertamente pro-tasse alla finanza. Non più tardi di tredici anni fa, infatti, nel non così lontano 1999 – allora era segretario ad interim del RPR, il partito fondato da Jacques Chirac nel 1976 – Sarkozy si diceva apertamente contrario a una tassa del genere (un’incoerenza che certamente il candidato socialista alla presidenziali francesi, François Hollande, non mancherà d’evocare al momento giusto). 

E’ per questo che l’inquilino dell’Eliseo, l’altro ieri a Berlino, ha avvertito la cancelliere tedesca Angela Merkel sul fatto che la Francia andrà da sola all’approvazione di una legge nazionale – anche l’attuale ministro al bilancio francese, il giovane chirachiano François Baroin, si è detto favorevole all’accelerazione dei tempi – e che imporra una tassa sulle transazioni finanziarie per la nazione francese. Sintomo che l’obiettivo d’imporre la mossa a livello europeo prima delle elezioni presidenziali d’Aprile è sfumata.

D’altronde dentro la coalizione di governo tedesca, quella tra Cdu/Csu e Fdp ovvero quella tra cristiani democratici e liberali, il consenso su una tassa europea (o tedesca) alla Tobin è tutt’altro che unanime. Di fatto tra i liberali tedeschi della Fdp guidati dl vice-cancelliere Philipp Rösler esiste una vera e propria fronda contraria a una soluzione fiscale del genere. Per questo la Cancelliera, indebolita in casa, si è semplicemente limitata a dichiarare che la Germania è favorevole a una tassa sulle transazioni, però solo dentro una cornice europea (Berlino vuole che siano i ministri delle finanze ad assumere le decisioni al prossimo Ecofin).

Il solo punto sul quale Angela Merkel e Nicolas Sarkozy hanno potuto ostentare ‘unità’ è stata l’anticipazione del patto fiscale dello scorso Dicembre 2011 al 1 Marzo 2012, con la volontà di accelerare la creazione di un barriera protettiva europea prima che vadano a scadenza i centinaia di miliardi di euro di titoli di debito italiani, spagnoli e francesi che tra Febbraio e Maggio e che potrebbero infliggere un duro colpo all’eurozona (e ai sogni di rielezione di Sarkozy).

In queste equazioni merkoziane, l’Italia non esiste. La speranza che l’Italia di Monti  riacquistasse una qualche centralità, fungendo da ago della bilancia nel tutt’altro che funzionante asse franco-tedesco, sfuma per ragioni di politica interna francese e tedesca. Niente di nuovo sotto il cielo, si dirà. Ma tant’è. Questo a prescindere da quello che il premiere italiano e la cancelliera tedesca diranno oggi al margine dell’incontro tedesco-italiano e sopratutto nonostante quello che Monti, Merkel e Sarkozy diranno tra dieci giorni a Roma, il 20 Gennaio prossimo, durante l’Atto Secondo del ‘teatro dei grandi’ dell’euro zona.