Moody’s minaccia la Gran Bretagna: senza accesso a mercato unico la declassiamo

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Moody’s minaccia la Gran Bretagna: senza accesso a mercato unico la declassiamo

04 Novembre 2016

Secondo i giornalini e le agenzie, la Brexit starebbe minacciando il rating inglese: Moody’s avverte che potrebbe tagliarlo nel caso in cui la Gran Bretagna non ottenga nei negoziati sulla Brexit un accordo con Bruxelles che garantisca un accesso al mercato unico europeo.

Il voto democratico dei cittadini inglesi è stato così messo in discussione ancora una volta. Osi spinge perché venga messa in discussione. “Se il risultato dei negoziati dovesse essere la perdita del mercato unico abbasseremmo la valutazione sul debito sovrano”, afferma nello studio Kathrin Muehlbronner, analista dell’agenzia. Per loro restare fuori dal mercato unico avrebbe un impatto molto negativo sulla crescita economica del Regno. Il tutto mentre si è messa di mezzo anche la Alta Corte.

A questo punto, entro tale situazione sempre più confusa c’è un’unica soluzione lineare: che a Londra come vuole il premier britannico Theresa May le assemblee si limitino a prendere atto della decisione espressa. Rappresentanti degni di questo nome, quale sia la loro opinione, dovrebbero tutti confermare il voto popolare. Se il loro compito è interpretare la volontà dei cittadini, questa volta non c’è dubbio si tratta di un compito assai facile. Questa unanimità difficilmente ci sarà. Al contrario, è perfino possibile che la maggioranza anti-Brexit dei parlamentari si manifesti anche in questa circostanza, rovesciando l’esito delle urne e rivendicando quella “sovranità del Parlamento” a cui ha fatto riferimento la stessa Alta corte nella sua sentenza e che rappresenta, nei fatti, la grande ambiguità storica su cui si reggono da secoli gli Stati rappresentativi: nei quali l’elettore è libero un giorno (quando vota) e asservito al ceto politico per anni e anni. Ma se davvero i parlamentari dovessero rovesciare l’esito della consultazione del 23 giugno scorso, le istituzioni occidentali potrebbero conoscere uno sconquasso ancora superiore a quello rappresentato dall’uscita dei britannici dall’Unione.

In effetti la Brexit è stata tante cose assieme: ha espresso la volontà degli inglesi di continuare a fare da sé, ha incarnato una ribellione di fronte al dirigismo di Bruxelles, ha interpretato la crescente insofferenza verso un’immigrazione fuori controllo e anche purtroppo il desiderio di chiusure protezionistiche. Oltre a tutto questo, però, nella Brexit si è egualmente manifestata la ripulsa verso una leadership giudicata inadeguata, arrogante, lontana dai problemi della gente.