Morales: la Bolivia dice no con il 53.8% al suo quarto mandato
22 Febbraio 2016
di redazione
Fin dai primissimi exit poll, all’orizzonte pareva definirsi una netta sconfitta per il presidente della Bolivia Evo Morales al referendum che avrebbe dovuto permettere un prolungamento del suo mandato fino al 2025. Il Paese si è recato ieri alle urne e due proiezioni distinte prevedevano per Morales una sconfitta di misura: l’istituto Ipsos assegnava un 52,3% al "no" e un 47,7% al "sì", mentre l’istituto Mori prevede una vittoria del "no" per 51% contro 49%.
Morales guida il paese dal 2006 e il suo mandato scadrà nel 2020. Scopo del referendum era di modificare la Costituzione per permettere a Morales di presentarsi alle urne per una quarta volta e poter governare fino al 2025. A colpire è stata forse proprio l’incertezza del risultato rispetto alla vigilia in cui Morales per primo si diceva sicuro di una schiacciante vittoria.
"E’ molto probabile che queste cifre cambino in modo radicale", aveva ammonito Garcia in una conferenza stampa a La Paz. Garcia ha evidenziato, inoltre, come le due emittenti non abbiano tenuto conto del voto dei boliviani che vivono all’estero né di quello di quanti vivono nelle regioni rurali più remote, dove il presidente gode di un "forte sostegno".
Ma da pochissimo sono stati aggiornati i dati. E’ Finita l’era di Evo Morales. In Bolivia, il 53,8% dei votanti si è detto contrario alla possibilità che il presidente si candidi a un quarto mandato. Favorevole il 46,2%. Mancano ancora pochi voti per determinare le percentuali definitivamente.
Culto della personalità promosso con la propaganda, concezione muscolosa, di forza, dei rapporti politici, autoritarismo che non ammette critica e dissenso, queste le caratteristiche dei ben tre mandati governativi del presidente della Bolivia, Morales. E forse tale è stata la saggezza dimostrata che ben 17 università straniere, tra cui atenei italiani, gli hanno concesso ben ventitré lauree honoris causa. Nelle prossime ore i dati saranno aggiornati nuovamente, mentre si attende una conferenza stampa di Morales.
Apparentemente, la sconfitta di Morales si inserisce in quel più generale processo di crisi della sinistra latino-americana di governo che ha già visto il 22 dicembre Mauricio Macri essere eletto presidente dell’Argentina, il 6 dicembre Dilma Rousseff coinvolta in impeachment in Brasile e il 6 dicembre l’opposizione vincere un’ampia maggioranza alle politiche in Venezuela.