Morando pensa al salario minimo orario per tutelare i giovani

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Morando pensa al salario minimo orario per tutelare i giovani

06 Aprile 2014

 Ieri il viceministro della economia, Morando, intervenendo al Workshop Ambrosetti, ha ipotizzato il carcere per il datore di lavoro che non rispetta il "salario minimo orario". Il carcere forse e’ esagerato ma se dovesse passare la norma prevista dalla legge delega sul lavoro – voluta dal governo – i contratti se ne gioverebbero. Per esempio quelli di chi lavora nelle zone più depresse del Paese piuttosto che i giovani in cerca di primo impiego. Il salario minimo di cui ha parlato ieri Morando, del resto, riguarda chi ha già un impiego, non e’ il reddito minimo proposto in passato per i disoccupati, costoso oltre che deresponsabilizzante. Morando ha anche definito una "priorità" le riforme del sistema politico e istituzionale, possibili, e credibili, se "il governo durerà fino al 2018". L’esponente del Pd ha inoltre lodato il lavoro svolto sulla spending review dal Commissario Cottarelli. Gli 80 euro in più in busta paga sono importanti ma per Morando lo è ancora di più il taglio del costo del lavoro. "Ciò che conta e’ che questo intervento sia percepito come il primo per ridurre il cuneo fiscale alla dimensione media europea", ha sottolineato il viceministro. Nei prossimi tre anni, secondo Morando, e’ possibile tagliare "fino a 32 miliardi di spesa pubblica, a patto che si inizi da adesso".