Morgan fa crack e la Rete si mobilita per salvarlo
04 Febbraio 2010
Morgan il provocatore, il poeta maledetto, questa volta paga a caro prezzo le sue parole e finisce sulla gogna mediatica (e non solo). Le sue dichiarazioni – rilasciate durante un’intervista al mensile Max – sull’assunzione quotidiana di crack come antidoto alla depressione gli sono costate l’esclusione da Sanremo e hanno scatenato una polemica infuocatissima ai piani alti di Viale Mazzini. Che non hanno certo ignorato l’indignazione anche di una parte del mondo politico: dal ministro per la Gioventù Giorgia Meloni al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi al presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri fino al direttore di Raiuno Mauro Mazza, il direttore artistico del Festival, Gianmarco Mazzi passando per il Codacons.
Ieri il controverso cantautore milanese ha fatto retromarcia sulle sue scottanti dichiarazioni e ha annunciato l’inizio di un percorso di disintossicazione. "Sono traumatizzato – ha replicato l’artista – ora ho bisogno di riflettere, chiedo a tutti di essere rispettato. Purtroppo a volte uso linguaggio esuberante e a volte stravagante però questo non vuol dire che io abbia fatto l’apologia della droga – ha continuato Morgan – voglio cogliere quest’occasione per dire: signori la droga, io ci sono passato, porta solo in tre direzioni che sono negativa: l’ospedale psichiatrico, la galera e il cimitero. Non porta a essere un conduttore televisivo". Un comunicato sul suo sito personale parla di "fraintendimento sul quale Morgan stesso farà presto luce".
Poi, in un dibattito radiofonico con il ministro alle politiche giovanili Giorgia Meloni, precisa: "Sono ancora all’inizio del mio percorso di recupero dalla tossicodipendenza, ma voglio farcela, prima di tutto per mia figlia, poi per la musica che è la parte migliore di me. Ho avuto momenti di debolezza e lo ammetto, ma sono forte della convinzione che la droga fa male, e che la vita è più bella senza droga". Alla richiesta della Meloni di lanciare ai giovani italiani un appello forte e deciso contro la droga, non s’è tirato indietro: "Lavorare, cantare, fare viaggi, andare in discoteca, divertirsi, fare l’amore, se si fanno senza droga, sono infinitamente più gustosi, si fanno con più gioia. E si impara il gusto della vita. Te ne accorgi se non c’è la droga nel tuo corpo".
In merito all’esclusione dalla kermesse nazionalpopolare dice: "Penso di non aver infranto il regolamento di Sanremo. Dal punto di vista tecnico non ci sono molti motivi per escludermi. In questo momento sono una persona in difficoltà: mi rendo conto di aver fatto un errore, sono stato veramente ingenuo, ma togliermi la musica sarebbe ancora peggio, significa togliere a Sanremo una canzone molto bella. Penso che Sanremo perderà una grande occasione". E le sue parole hanno avuto un effetto immediato: il direttore di Raiuno Mauro Mazza, al Tg1 delle 20 di ieri, ha pronunciato delle parole che potrebbero – forse – riaprire i giochi: "È stata una scelta obbligata, figlia diretta di quelle deliranti dichiarazioni di Morgan. Ora sento parlare di ravvedimenti, di pentimenti. Certo, di fronte ad altre prese di posizione, dovremmo ascoltare, vedere e forse fare anche altre valutazioni. Di sicuro la Rai è regolata da un codice etico che ha precise norme, che Morgan ha palesemente e gravemente violato".
La scelta della Rai divide nettamente i commenti tra chi plaude e chi condanna. Intanto gli ‘abitanti del web’ alzano la voce e si mobilitano per la causa Morgan: gli utenti di Facebook e Twitter sono stati i primi a prendere le difese del cantautore e presentatore di X-Factor fondando numerosi gruppi di sostegno. Si va dal "Boicottiamo Sanremo", al "Rivogliamo Morgan a Sanremo". Per non parlare dei commenti dei fan e non solo. Sono in molti infatti a pensare che dietro lo scandalo che ha coinvolto il musicista ci sia in realtà qualcos’altro. Un’ipocrisia che non viene imputata soltanto ai dirigenti della Rai, ma all’intero Paese "che non finisce mai di stupirci". "Con quello che gira nel mondo dello spettacolo, dell’industria e, soprattutto, della politica, questa presa di posizione nei confronti di Morgan mi sembra falsa e vigliacca", ha scritto una ragazza sulla bacheca di uno di questi gruppi. C’è poi chi azzarda addirittura la teoria del complotto: "Perché sanno che avrebbe vinto. Se vince Emanuele Filiberto che canta insieme a Pupo si sa il perché". E infine: "Non è solo l’espulsione di Morgan da Sanremo il problema. Lo è il sistema che castra chi prova ad ammettere di essere ‘sbagliato’".
Non tarda a arrivare un supporto anche dal mondo della musica. "Propongo una petizione tra i cantanti per riammettere Morgan al Festival! A Sanremo, oggi, c’è stato il primo esempio di processo (troppo) breve, riabilitiamo Morgan anche perché in seguito c’è stata la sua smentita": così il cantante Nino D’Angelo, ai microfoni di Radio 1 Rai, sulla scelta fatta dalla Rai. "Dovrebbe pagare pegno, questo sì, a ogni intervista deve lanciare lo slogan ‘La droga fa schifo’, conclude il cantante napoletano, ‘scherzando ancora’, come sottolinea una nota.
La vita di Marco Castoldi – in arte Morgan –, l’enfant prodige che a 6 anni suonava la chitarra, a 8 il pianoforte, non è mai stata semplice. Dalla depressione legata al suicidio del padre, al suo singolare rapporto con le droghe. Non ha mai avuto paura di svelarsi e non si tira indietro neppure stavolta: "Il fatto che me ne vada da X-Factor alla fine toglierà un peso di dosso a tutti. La tv è fatta da gente cattiva. Tipo la De Filippi", dice il musicista, che spiega: "Cattiveria intesa come sete di potere, di numeri, di soldi e pubblicità. Un capitalismo sfrenato che ha perso di vista qualsiasi senso dell’esistere".
Morgan non era a digiuno di screzi con Sanremo: già nel 2001, quando partecipò alla gara canora con i Bluvertigo, l’organizzazione lo pressò, invano, affinché cambiasse titolo al brano L’assenzio che parlava esplicitamente di oppio e marijuana. "Ringrazio il festival per quello che è – aveva detto in un’intervista, poco dopo essere stato selezionato per la gara – nei suoi limiti e nella sua grandezza, nella sua spiccata e malinconica italianità. Magari mi pentirò – aveva aggiunto – ma sono contento perché porterò una canzone che mi piace molto, ci saranno dei colpi di scena nell’arrangiamento".
Quest’anno, ironia della sorte, si era mostrato particolarmente incuriosito nei confronti dell’edizione 2010 del festival, ma il colpo di scena è arrivato prima di lui.